La storia dell’avvocato Angelo Tomassini: dalle rocce di Norma alle aule del Senato

La storia dell’avvocato Angelo Tomassini: dalle rocce di Norma alle aule del Senato

In un piccolo paese abbarbicato sui monti Lepini, dove le case si affacciano sul vuoto come a cercare l’infinito, nacque un uomo il cui destino avrebbe intrecciato le aule di tribunale, le trincee della storia e i palazzi della politica. Avvocato per vocazione, politico per passione, durante la Seconda guerra mondiale venne strappato alla sua terra e alla sua toga per andare al fronte, finendo poi, come tanti altri militari italiani, internato in un campo di concentramento in Germania. Ma né il filo spinato, né l’esilio riuscirono a spegnere la fiamma che lo animava. Al suo ritorno, avrebbe trasformato la resilienza in impegno civile, sedendo infine tra i banchi del Senato della Repubblica. Dalle alture silenziose di Norma al fragore della politica romana, questo è il viaggio di Angelo Tomassini: un uomo che attraversò il diritto, la guerra e gli ideali.

Don Cesare Boschin: il martirio di un grande parroco… dimenticato dalla giustizia

Don Cesare Boschin: il martirio di un grande parroco… dimenticato dalla giustizia

A Latina, nel corso degli anni, non sono mancati parroci di straordinario valore, figure che hanno avuto un ruolo sociale fondamentale. A partire da Don Carlo Torello, primo parroco della città, per poi proseguire con altri sacerdoti che, con discrezione e coraggio, hanno saputo ascoltare e aiutare le persone in difficoltà. Ma tra tutti, c’è stato un prete che ha scelto di farsi carico di un’intera comunità, quando ha compreso che qualcosa di profondamente corrotto minacciava il territorio intorno al suo borgo. Quel prete si chiamava Don Cesare Boschin, parroco della Santissima Annunziata a Borgo Montello. Aveva cominciato a indagare e denunciare quello che avveniva nella discarica del borgo. Ma tutto si è interrotto bruscamente la notte del 29 marzo 1995, quando barbaramente uccisero Don Cesare.

Valerio Catoia: il ragazzo con la sindrome da ‘atleta’

Valerio Catoia: il ragazzo con la sindrome da ‘atleta’

La scorsa settimana vi ho raccontato la storia di Franco Gatto, l’uomo che perse la vita per salvare due bambine dall’annegamento nell’estate del 2023. Oggi vorrei portarvi in un’altra estate, ma con un finale decisamente diverso. Era luglio del 2017. A Sabaudia, una bambina lotta contro le onde. Stefano Catoia, un ragazzo che fino a quel momento molti vedevano solo come “quello con la sindrome di Down”, non esita un istante: si tuffa e la salva. Da quel giorno, Stefano ha ricevuto premi, strette di mano, abbracci sinceri. E lui? È rimasto lo stesso: puro, incontaminato, profondamente vero. Ma, incredibilmente, ha anche ricevuto tanti insulti. Codardi. Vili. Scritti da chi si nasconde dietro una tastiera. Insulti arrivati da lontano, non certo dalla nostra città che per questi ragazzi sta facendo molto grazie a delle eccellenti associazioni.

Franco Gatto: il coraggio di essere umano, fino all’ultimo respiro

Franco Gatto: il coraggio di essere umano, fino all’ultimo respiro

Ormai viviamo in un’epoca dominata dallo schermo: occhi fissi sul cellulare, pronti a riprendere ogni cosa, anche la sofferenza altrui. Spesso si filma invece di aiutare, si osserva invece di agire. Eppure, non tutti voltano lo sguardo. C’è ancora chi sceglie di intervenire, anche a rischio della propria vita. È successo quasi due anni fa, sul litorale di Latina. Due bambine stavano annegando. Franco Gatto non ha esitato: si è tuffato tra le onde. Le ha salvate. Ma lo sforzo è stato troppo grande, e il suo cuore si è fermato. Un eroe? Forse. Ma prima di tutto, un uomo che non ha dimenticato cosa vuol dire essere umano.