architettura Capitale della Cultura Eventi Latina Life Style musica Storie

Riccardo Cerocchi l’architetto con la passione per la musica

Latina è una città complessa per la sua antropologia variegata, ma è anche la sua più grande ricchezza. La sua giovane età però, ha prodotto una sorta di individualismo diffuso. Abbiamo avuto e continuiamo ad avere tantissime persone di grande valore, ma poche disponibili a fare rete. Ovvero, creare quella sinergia tra le varie menti eccelse, che porterebbe la città a compiere quel salto culturale tanto atteso, per uscire fuori dalla palude e affacciarsi oltre i confini provinciali. Insomma, qui ognuno è sempre andato per la propria strada. Anche il grande architetto Riccardo Cerocchi andava per la sua strada, ma il suo intento era quello di portare il nome di Latina al di fuori dei suoi confini, sia con l’architettura che con la musica, sua grande passione.

Oltre al giornalismo, sono sempre stato appassionato di architettura. Ho sempre guardato con curiosità, quella della mia città, definita città razionalista. Leggendo alcuni libri e parlando con vari architetti ho appreso che di razionalismo Latina ha ben poco, solo il quartiere delle case popolari. Oggi viene chiamato con il nome del progettista, quartiere Nicolosi, ma per chi è della mia generazione sono e rimarranno le case popolari, anzi, <<Casi popolari perché plurale>> ironizzava l’amico Massimetto Gianolla. Oggi Latina è definita città del Novecento, perché fondata nel secolo scorso con diverse architetture.

Ma se parliamo di architettura a Latina, non si può non parlare dell’architetto e grande intellettuale Riccardo Cerocchi, uno dei massimi esponenti dell’architettura della nostra città. Voglio raccontarvi la sua storia non solo per la sua professione, ma anche per la sua infinita passione per la musica.

La storia di Riccardo Cerocchi, tra architettura e musica

Riccardo Cerocchi nasce a Sezze il 24 novembre 1927. Primo figlio di Roberto e Antonia. Roberto è un commerciante: ha un magazzino di articoli per ferramenta ed è originario della Tuscia, nel viterbese. Suo padre si è trasferito a Sezze dopo aver conosciuto e sposato una ragazza di Gaeta. Quando sarà terminato lo scalo di Littoria, Roberto sposterà lì la sua attività.

Riccardo già dalle elementari si applica nello studio. Frequenta le scuole a Sezze fino al quarto ginnasio. I rimanenti anni di liceo classico li concluderà a Latina, nell’Istituto Vittorio Veneto. Ottenuta la maturità vorrebbe iscriversi all’università, nella facoltà di architettura. Sarebbe un vero peccato non farlo proseguire negli studi, ma i tempi non sono dei migliori. La guerra è terminata da poco e le disponibilità economiche del padre, non sono tali da consentire la permanenza a Roma per l’università. La fortuna vuole che un suo amico romano, militare a Latina, si rende disponibile per ospitare il figlio.

Certo è una piccola stanzetta dove non ha neanche il posto per studiare, ma Riccardo non è uno che si perde d’animo, trova sempre le soluzioni. All’alba di ogni mattina sale sul solito tram per l’università e, facendo il percorso andata e ritorno per tre o quattro volte di seguito, trova il modo di studiare. È uno studente molto apprezzato dai professori, in particolare dall’architetto Mario Ridolfi. Un suo lavoro verrà scelto per partecipare a un concorso riservato agli studenti provenienti da cinquantasei nazioni, alla Mostra Internazionale di Architettura, nell’Accademia Nazionale di Arte Moderna. La laurea arriverà nel 1954.

In una delle riunioni famigliari Riccardo incontra sua cugina, Maria Teresa Censi, che vive a Cisterna. Tra i due c’è una forte simpatia e forse anche qualcosa di più. Nel 1955 si sposeranno e avranno quattro figli: Paola, Antonietta, Elisa e Roberto. Per lui, un po’ geloso, Maria Teresa rinuncerà all’università dopo essersi già iscritta a l’Orientale di Napoli.

L’architetto Riccardo Cerocchi e sua moglie Maria Teresa Censi

I viaggi di Riccardo Cerocchi

Riccardo ha voglia di conoscere il mondo, il suo mondo, quello dell’architettura. Già prima di laurearsi, su presentazione del preside della sua facoltà si reca a Stoccolma. Il dirigente tecnico gli ha reso disponibili, a titolo di studio, i piani di espansione della capitale svedese. Ma ora che è architetto vuole continuare con i viaggi in Europa e nel mondo, per studiare le opere dei suoi più illustri colleghi. Lapponia, Finlandia e soprattutto in Inghilterra, dove diverrà quasi di casa per studiare le New Town realizzate dal dopoguerra nel territorio inglese.

Studierà negli States le opere di Mies Van Der Rohe e di Frank Lloyd Wright. Andrà in Giappone e incontrerà Kenzo Tange, considerato tra i più grandi architetti del Novecento. La sua ricca formazione gli permetterà di partecipare a vari concorsi. In alcuni si classificherà secondo e in altri primo. Nel 1961 si aggiudicherà quello del piano regolatore di Sora. Nel 1963 per la nuova sede municipale di Sassari e nello stesso anno, la sistemazione urbanistica del centro storico, sempre di Sassari. A Latina, nel 1966, l’ampliamento dell’ospedale Santa Maria Goretti. E poi un’infinità di altre opere.

L’architetto Riccardo Cerocchi in un momento di relax

Ma oltre l’architettura, Riccardo ha un’altra grande passione, la musica, trasmessa dai suoi genitori da quando era bambino. Da quella passione nascerà qualcosa di importante. Nel 1970 realizza un’idea: fonda insieme alla moglie Maria Teresa e a tre amici medici, Domenico Brignola, Renato Busco e Guido Mosillo, l’Associazione Campus Internazionale di Musica, dando il via a una serie di concerti. Nel 1972 il Campus eredita il Festival di Musica da Camera istituito dalla nobile famiglia Caetani, in particolare da Lelia Caetani per onorare il padre Roffredo. Da quella fondamenta nascerà il Festival Pontino di Musica.

Riccardo Cerocchi a sx, con due grandi compositori, Goffredo Petrassi ed Elliot Carter

Nel 1975 verranno istituiti dei corsi di perfezionamento, oggi chiamati “Corsi di Sermoneta”. Parteciperanno giovani musicisti provenienti da ogni parte del mondo. Nel 1977 vengono organizzati incontri di studio sulla musica contemporanea, compositori italiani e stranieri. Insomma, grazie al Campus, il territorio pontino, sulla musica, ha ormai una visibilità internazionale. Nel 1988 verrà inserito per la prima volta, tra i concerti organizzati dall’Associazione, il Concerto di Capodanno al teatro D’Annunzio di Latina, che diverrà una vera e propria tradizione.

Riccardo Cerocchi con il maestro Ennio Morricone

Il Campus, nel 1977, verrà premiato con la medaglia d’oro dall’Ente Provinciale per il Turismo di Latina. seguiranno tante altre onorificenze. A coronamento di tutte le attività svolte, nel 2006 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano premierà il Campus, come migliore istituzione culturale italiana. Il 28 ottobre 2017 l’architetto musicofilo e intellettuale di Latina, Riccardo Cerocchi, purtroppo verrà a mancare, lasciando un grande vuoto culturale nella città di Latina. La sua cara moglie, Maria Teresa, preziosa collaboratrice in tutte le attività del Campus, raggiungerà il suo amato Riccardo il 16 luglio 2023.

Riccardo Cerocchi premiato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

L’incontro con Paola Cerocchi

Anche se con Paola non ci eravamo mai conosciuti, quando l’ho contattata per dirle che ero interessato alla storia di suo papà, ho avuto l’impressione che aspettasse la mia chiamata. Per l’intervista di rito, l’ho incontrata nella sua bella ed accogliente casa. Inutile dire chi l’ha progettata.

Che rapporto avevi con tuo papà?

“Mi metteva soggezione, però avevamo un bel rapporto. Era autorevole, ma mai autoritario con noi figli”

Come lo definiresti?

“Un uomo molto riservato, ma perspicace, innovatore, ambizioso e geniale, anche nello scoprire talenti. Riusciva ad individuare i musicisti di valore prima di ogni altro, anche prima del conservatorio di Santa Cecilia. Dalle persone si faceva subito benvolere. Ricordo di un concerto a Fossanova, siccome c’era una parte recitata, un suo amico gli diede il numero di telefono di Gigi Proietti. Lo chiamò e gli chiese se fosse disponibile, lui rispose di sì. Si preoccupò però di chiedere quanto fosse il suo cachet: <<Faccia lei architetto>>. Allora con grande titubanza propose un milione di lire, perché non c’erano molte disponibilità. Proietti si fece una gran risata e allora mio padre alzò a un milione e mezzo, ma lui continuò a ridere, però accettò di andare. Alla fine Gigi Proietti non volle nulla”

Tuo padre ha progettato tanti edifici di pregio a Latina, anche se qualcuno è stato criticato, ma su uno credo siano tutti d’accordo, quello della gelateria Polo Nord. Immaginare Latina senza quella struttura, sarebbe un po’ come immaginarla senza il Palazzo M. Mi racconti come venne quell’idea geniale a tuo papà?

“Il signor Luigi Ciccone si rivolse a mio padre per progettare la sua nuova gelateria, visto che la chiusura dei giardinetti alle auto aveva drasticamente ridotto le vendite dei gelati. Mio padre forse non aveva dato il giusto peso a quella richiesta, perché l’aveva dimenticata. Quando gli dissero però che c’era il signor Ciccone al citofono, venne preso dal panico: non aveva fatto alcun disegno. Lo fece salire e nel frattempo cercò di farsi venire in mente qualche idea. Lo rassicurò dicendo che era tutto a posto. <<Sono curioso di vedere il progetto, architetto>> <<Quello definitivo non è ancora pronto>>. In quell’attimo, su un foglio di carta, disegnò a mano libera quello che sarebbe divenuto il Polo Nord. <<Ecco vede signor Ciccone, è un cono rovesciato>>. Andò via contentissimo”

E la politica?

“Aveva le sue idee, ma non volle mai entrare in politica, anche quando gli proposero un assessorato. L’unico ruolo che ricoprì, fu la presidenza della Fondazione Roffredo Caetani dal 1987 al 1997”

Il suo rapporto con Latina?

“Amava Latina e lo ha dimostrato ampiamente, anche se negli ultimi anni voleva che lo accompagnassi a Roma. Non nascondeva la nostalgia di quegli anni passati nel suo studio romano di via Margutta, che affacciava su Piazza di Spagna. Qualche rimpianto sicuramente lo aveva”

Il famoso Polo Nord progettato dall’architetto Riccardo Cerocchi

L’architetto Riccardo Cerocchi è stato anche autore di due pubblicazioni: Il vassallo della musica (2003) e L’ottuagenario innamorato (2017).

Poi dicono che a Latina non si fa cultura.

2 Comments

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *