In occidente la storia della tipografia inizia nel 15° secolo con il sistema di stampa, a caratteri mobili, inventato dal tedesco Johannes Gutenberg. Alcuni decenni dopo, Aldo Manuzio sarà il primo in assoluto a trasformare il mestiere da stampatore ad editore. E se Gutenberg ha inventato la stampa, è Aldo Manuzio che l’ha fatta diventare un’arte e un’attività davvero moderna. Vi chiederete cosa c’entra tutto questo con il nostro territorio: Aldo Manuzio era nato a Bassiano e da sempre è ritenuto tra i maggiori editori di ogni tempo, oltre che uno dei primi editori in senso moderno in Europa. Ma io voglio raccontarvi una storia accaduta circa cinquecento anni dopo, quella di un tipografo ed editore di Latina, si chiamava Alfredo Scuderi: era di origine siciliana, ma divenuto pontino di adozione.
Un tempo a Latina le tipografie abbondavano. In centro città ricordo la tipografia Ferrazza, Marra, quella della famiglia Archimio e quella di Alfredo Scuderi, sicuramente qualcuna mi sfugge. Mio padre si serviva soprattutto nella tipografia di Scuderi. Biglietti da visita, timbri, locandine, carta intestata, tutto ciò che occorreva per la sua attività si rivolgeva ad Alfredo che conosceva molto bene e per lui era una garanzia. Ma come e quando Alfredo Scuderi arrivò a Latina? Tutto iniziò nel 1960.
Alfredo Scuderi dalla Sicilia a Latina
Alfredo Scuderi nasce a Catania il 2 maggio del 1942. Primo di cinque figli: quattro maschi e una femmina. La mamma Maria si occupa della sua numerosa famiglia, il papà Luigi fa il tipografo da generazioni. Lo faceva suo padre e suo nonno. Luigi si è specializzato nello stampare manifesti di grande dimensioni, che realizza per il teatro Metropolitan di Catania. La sua tipografia, nella zona catanese, è tra le più importanti.
Alfredo inizia a respirare l’odore forte della stampa già da ragazzino. Quando può, cerca di imparare il mestiere guardando suo padre. Finita la scuola di avviamento, i genitori lo mandano in un collegio religioso a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce, nell’istituto la Casa del Fanciullo. Lì si specializzerà, con un corso di formazione altamente professionalizzante. Alla conclusione del suo percorso di studi otterrà l’attestato di prototipografo correttore di bozze. I prototipografi sono i primi stampatori, che praticarono e diffusero l’arte della stampa nella seconda metà del ‘400. Questo darà ad Alfredo l’imprintig artistico del suo futuro lavoro.
A diciassette anni torna con il suo attestato e inizia a lavorare dal padre, ma tempo un anno e arriva la cartolina per la leva obbligatoria. È il 1960, quando giunge nella caserma del Centro Addestramento e Sperimentazione Artiglieria Controaerei di Sabaudia. Alfredo ha un carattere forte e un po’ ribelle. In una libera uscita toglie la divisa ed esce in borghese, un tenente se ne accorge e lo fa punire. Finita la punizione lo fa trasferire nel distaccamento di Foce Verde. Nelle sere di libera uscita si reca nel centro abitato più vicino, a Borgo Sabotino, dove inizia a frequentare il bar di Salvatore Marrocco che possiede anche una balera e un cinema all’aperto.
Alla cassa c’è la figlia Anna, una ragazza molto precisa. Alfredo la nota e lei si accorge degli sguardi di quel giovane militare. Anche Alfredo è un ragazzo molto preciso, e ad Anna piace quella qualità che lo rende simile a lei. Il colpo di fulmine è inevitabile. Nel 1961, Finito il periodo di leva e avendo dei risparmi, decide di rimanere a Latina. Si sposa con Anna e, a settembre dello stesso anno, apre una tipografia a Pontinia, ma in una cittadina così piccola il lavoro è decisamente sotto le sue aspettative. Dal matrimonio con Anna nasceranno Simonetta, Lucrezia e Marianna.
Così, dopo un paio di anni, decide di chiudere e andare a lavorare a Latina nella tipografia Aurora, per sondare il mercato del capoluogo pontino. Trascorrono due mesi e Alfredo si accorge delle grandi potenzialità della città e apre una piccola tipografia in via Cicerone. Tempo un anno si trasferirà in un locale più grande in via Cesare Battisti. Con lui lavorano sei persone e lo sviluppo dell’attività è quasi immediato. Lavora per gli enti pubblici e anche per molti artisti, che affidano la realizzazione dei loro cataloghi alla sua maestria. Alla fine degli anni settanta, anche Tino Di Marco gli affiderà la stampa del giornalino del carnevale. Una collaborazione che durerà per decenni.
Lo spazio in via Battisti, per la mole di lavoro, è divenuto ormai stretto. Nel 1979 trasferisce la tipografia in un locale molto più ampio in via Adua, al posto di un bowling che ha appena chiuso. Adesso sono quindici le maestranze che lavorano con lui. Acquista un macchinario per stampare cartelli di grande formato. È l’unico ad averlo e molte tipografie della zona, ma anche romane si servono da lui. Nel 1988 inizia a muovere i primi passi nell’editoria: fonda la Dolphin’s. La casa editrice è diretta dalla moglie Anna, con la sua supervisione.
Alfredo ha l’arte nel sangue e il suo spirito creativo lo spinge a immaginare lontano. Crea un logo per un nuovo quotidiano e lo presenta a Palazzo Chigi. Il progetto viene molto apprezzato, ma ingenuamente lascia lì le pellicole con la bozza. Tempo qualche mese e a Latina uscirà un nuovo quotidiano, guarda caso ha lo stesso logo ideato da lui. Purtroppo non lo ha registrato e non può fare nulla. La delusione è tanta, ma la vita va avanti. Nel 1989, in occasione delle elezioni europee, vince l’appalto per la stampa delle schede elettorali per tutta la provincia di Latina.
Nel 1990, fonda il quindicinale Latina Flash; diverrà mensile l’anno successivo. Il lavoro prosegue a gonfie vele e nel 1993 decide di acquistare un capannone, sulla strada Pontina, per ingrandire l’attività. L’idea non porta i risultati sperati. Continua a fare grandi lavori, ma perde la parte commerciale perché troppo lontano dalla città. Nel 1998 per recuperare i clienti perduti apre una succursale in via Priverno e la mossa risulterà indovinata. Nel 2006 scopre di avere un brutto male, ma lui non è uno che si arrende facilmente. Lavorerà fino alla fine, quando purtroppo il male lo porterà via il 20 settembre del 2007.
Simonetta Scuderi ricorda suo papà
Un paio di mesi fa ho incontrato Simonetta all’inaugurazione dell’accogliente galleria d’arte di sua sorella Marianna, in via Legnano. Già conoscevo la famiglia Scuderi, ma non la storia di Alfredo. Le ho espresso, quindi, il desiderio di conoscerla per raccontarla, così abbiamo combinato un incontro a cui ha partecipato anche la mamma.
Simonetta, come mai non avete proseguito l’attività di tuo papà?
“Abbiamo provato ad andare avanti per un paio di anni, ma senza il punto di riferimento, quale era mio padre, la decisione più saggia è stata quella di chiudere”
Tu hai lavorato molti anni con lui, come era il vostro rapporto in azienda?
“Burrascoso, anche se adesso ci rido sopra. Mio padre era molto esigente e con me lo era ancor di più perché ero la figlia. Dovevo essere la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via, ma quando hai vent’anni certe cose non le capisci. Quando sono entrata a lavorare con lui mi ha assunta, ma alla prima litigata mi ha licenziata. Poi mi ha riassunta e licenziava di nuovo e questo più di qualche volta. Il consulente del lavoro lo ammonì, gli disse che doveva essere deciso o per l’una o per l’altra soluzione”
E con le tue sorelle?
“Con Lucrezia il rapporto era un po’ meno conflittuale, poi lei si è sposata ed è andata a via da Latina. Marianna, la più piccola delle mie sorelle, si beccava tante di quelle sgridate. Tra loro era una lite continua, perché lei ha un carattere diverso dal mio, molto più ribelle. Mio padre era molto rigido, anche fuori dal lavoro. Una sera Marianna voleva andare in discoteca, lui ovviamente era contrario. Allora fecero una scommessa, se lei fosse riuscita a bere un litro di acqua tutto insieme l’avrebbe mandata. Mia sorella vinse la scommessa e andò in discoteca”
Anche tua mamma è una donna di carattere, come facevano a conciliarsi?
“Sì, in effetti due persone forti, ma alla fine mia mamma faceva sempre quello che voleva papà, anche se contrariata”
Cosa ti manca di tuo papà?
“Non era molto affettuoso, o quanto meno aveva pudore nel dimostrarlo, però riusciva sempre ad essere affabile. A me manca tanto perché era il mio punto di riferimento, nonostante il complesso rapporto che abbiamo avuto”
Nel 1980 la tipografia Scuderi venne premiata con la Targa d’Oro città di Latina. Alfredo Scuderi è tra le persone che hanno contribuito alla crescita della nostra città, dando lavoro a molte persone nei suoi cinquanta anni di attività. Annoverato tra i primi tipografi di Latina, gli è stata intitolata una via al chilometro 77 della strada regionale Pontina nell’aprile del 2021.