A Latina, alcuni imprenditori sono diventati veri e propri personaggi. Personaggio s’intende una persona dal carattere aperto e gioviale, che si fa notare per la sua originalità. Poi se il personaggio incontra altre persone con le stesse caratteristiche, allora si crea quel feeling da “Amici miei”, proprio come il famoso film di Mario Monicelli. Così avveniva in Piazza della Libertà negli anni Settanta. Alcuni negozianti, data la vicinanza delle loro attività, si incontravano. Avevano una visione goliardica della vita. Nella allegra comitiva si aggiunse anche qualche professionista. Nel lavoro erano molto professionali, ma dalle loro menti nasceva sempre qualche “zingarata”. Tra quei personaggi spiccava Ettore Lodi, l’ottico di Piazza della Libertà.
Negli anni Settanta cominciai a frequentare Piazza della Libertà. Sotto i portici c’erano diverse attività: oltre al ristorante Impero, c’era un negozio di sport, una barberia, un ottico, una saletta giochi, un parrucchiere, una immobiliare e altre nel portico del Bar Di Russo. I proprietari nei momenti di pausa uscivano per chiacchierare. Da una panchina della piazza, dove sostava la mia comitiva, li vedevo confabulare e poi ridere di gusto. La loro goliardia era evidente e a guardarli mettevano allegria.
Tra quegli amici svettava l’ottico Ettore Lodi, era uno dei più alti. Aveva un volto simpatico, sempre sorridente, con lo sguardo curioso e attento a tutto ciò che lo circondava. Insieme a lui i barbieri Valter Bulgarelli e Franco Sasso, Valentino Rossi dell’immobiliare, Giovanni Catavolo del negozio di sport, il parrucchiere Graziano Magarra, Pino Maggiore, grafico pubblicitario ed altri ancora. Gli scherzi erano all’ordine del giorno: scherzi telefonici, ma anche scherzi sul momento a clienti un po’ particolari.
La storia del vulcanico Ettore Lodi
Ettore Lodi nasce a Littoria il 17 maggio del 1938. Primo di due figli. Il papà Gianluigi è fotografo ambulante, purtroppo a causa di una malattia ha perduto una gamba. Gianluigi giunge nella nuova città di fondazione nel 1934. Proviene da Budrio, provincia di Bologna. La sua zona è fortemente depressa e il lavoro scarseggia. A Littoria conosce Bianca Passeretti di Cisterna. Dal loro matrimonio, oltre Ettore nascerà anche Giuliana.
Gianluigi, nelle giornate di sole staziona in Piazza del Littorio (Piazza del Popolo) e, con l’attrezzatura completa a portata di mano, scatta foto col panno nero in testa a tutti quelli che hanno voglia di mettersi in posa. Giusto il tempo di fumare una sigaretta e prendere un caffè e, nel suo piccolo laboratorio in Piazza Savoia (Piazza San Marco), sviluppa, fissa e stampa, con tanto di ricamini sui bordi.
Nel 1944, quando il fronte di guerra si avvicina a Littoria, Gianluigi prende un carretto, trainato da un mulo, e con la sua famiglia fugge verso Bologna. Ma anche da quelle parti la guerra imperversa e dopo lo scoppio di una granata, Ettore viene colpito da una scheggia: il bambino perderà la vista ad un occhio. Finita la guerra, la famiglia Lodi torna a Latina. Gianluigi continua a fare il fotografo, mentre Ettore riprende gli studi. Dopo le elementari a Piazza Dante, dove tra i banchi di scuola conosce una bambina di Cisterna, Marlene Pieroni, frequenta le scuole medie e superiori all’Istituto Vittorio Veneto, dove si diplomerà ragioniere.
Dopo la maturità, parte con la sua Vespa e raggiunge Firenze, per frequentare la scuola di ottica. Dopo due anni, ottiene il diploma. Torna a Latina e nel 1958 apre, in Piazza della Libertà, un negozio di occhiali. Ma non sarà facile. Lui è solo un ragazzo con pochi soldi in tasca. Inoltre, i negozi della concorrenza sono ben arredati e i clienti sono serviti in camice bianco. Insomma, nonostante il suo grande impegno gli affari non vanno. Passa notti insonne a pensare come poter avviare la sua attività.
Poi una notte l’illuminazione: nessuno dei suoi concorrenti ha mai applicato sconti sugli occhiali. Chiama il quotidiano Il Tempo e decide di investire in pubblicità. Per trecentosessantacinque giorni uscirà con un modulo (formato manchette) dove annuncia lo sconto del 50% sulle lenti. L’operazione pubblicitaria sarà un terremoto. Le aziende minacciano di non servirlo più. I suoi concorrenti pensano sia matto e che fallirà presto. Intanto il suo negozio è sempre pieno, addirittura i clienti arrivano da Pomezia e Frosinone.
Nel 1966, Ettore sposa Marlene, la bambina conosciuta tra i banchi di scuola di Piazza Dante. Nasceranno Marco e Francesca. Con continue raccomandate, le ditte minacciano di non servirlo più, se non interrompe immediatamente la pubblicità. Ma lui risponde ironicamente:
<<Il Comandante in Capo, III° Battaglione, 4° Fanteria
DICHIARA:
Di avere definitivamente conquistato, grazie all’indomito coraggio delle truppe, tutto il territorio.
Assestandosi fiero e irremovibile sul suolo già dei ns. Padri.
L’ora propizia è nostra!
Le folle, prima ostili, ci acclamano!
Restiamo fedeli e pronti a nuovi attacchi che sferreremo all’istante!
Il Comandante in Capo
Gen. Ettore Lodi
III° Battaglione – 4° Fanteria
Reparto avanzato>>
La risposta non si farà attendere, tra l’altro hanno scoperto che Ettore ha rafforzato la pubblicità sul quotidiano Il Messaggero. E alla fine della minacciosa lettera scrivono:
<<P.S: Non abbiamo capito il senso della Vs. missiva>>
Saranno anni di lettere e risposte, ma intanto l’attività di Ettore continua a crescere. Negli anni Novanta, sarà tra i primi imprenditori pontini ad uscire dai confini provinciali e regionali, aprendo negozi in tutto il centro nord. Oltre al mestiere di ottico si dedica anche ad altro. Con un amico, Franco Rimonti, fonderà una società di import export. Esporta pomodori, scarpe e vino in Inghilterra, e a New Castle inaugura un negozio: “Italian Footsie”, per la vendita di scarpe made in Italy.
Dall’Inghilterra, invece, importa le prime Land Rover con guida a destra. Per la vendita si appoggia alla concessionaria del suo amico Antonio Cappetta. In seguito, si dedicherà anche alla vendita di mobili moderni con un altro amico, Giorgio Monti, in viale Petrarca. Nel 2005, dopo cinquant’anni di lavoro, la pensione. Ettore Lodi, il 28 agosto del 2018, verrà a mancare dopo una lunga malattia.
L’incontro con Marco e Francesca, figli di Ettore Lodi
Incontro i figli di Ettore Lodi, Francesca e Marco, nell’ufficio della Lodi Optica, dove Marco segue i suoi negozi di ottica ripercorrendo le orme di suo papà.
Marco tuo papà era un mito, raccontami qualcosa di lui
“Mio padre era una persona geniale, parlava perfettamente inglese, francese, tedesco e spagnolo senza averle mai studiate. Amava lo sport, praticava ciclismo, sci nautico e pesca subacquea. Nella vita è sempre stato un inguaribile ottimista. Sapeva sdrammatizzare ogni cosa, aveva la battuta sempre pronta. Gli piaceva raccontare barzellette e fare scherzi. Sempre sicuro di sé stesso. Vedeva dove gli altri non arrivavano. Era un vero e proprio trascinatore. Difficile replicare un uomo così”
Nel 2005 la pensione, non ha più lavorato poi?
“Macché, era inarrestabile. Nel 2001 si fece regalare un computer Mac e nel giro di pochi mesi divenne padrone della materia. Iniziò a comprare e rivendere su internet. Si collegava soprattutto con l’America. Era capace di restare tutta la notte sveglio per acquistare e rivendere. Era un grande collezionista di monete e francobolli. Ma amava anche le cene conviviali con gli amici di sempre e si sfottevano in continuazione. Andavano o al ristorante Impero o alla Chiesuola, al Fogolar Furlan”
Francesca, il rapporto con tuo padre?
“Tra me e lui c’era un filo diretto. Io mi trasferii a Lucca e aprii un negozio di antiquariato. Lui si divertiva, come dice Marco, a comprare e rivendere. Tante volte mi vedevo arrivare divani e non sapendo dove metterli li facevo poggiare a casa mia. Una volta, in pochi giorni ne arrivarono tre, non sapevo più dove metterli, fortunatamente riuscì a venderli in poco tempo. Poi gli era presa la passione per la pittura. Faceva quadri in continuazione e me li spediva e io li mettevo in vendita a venti euro. Ne ho venduti centinaia, perché piacevano pure”
Il suo caro amico Pino Maggiore
Non potevo non chiedere nulla all’irriducibile del giro di Peppe, Pino Maggiore, suo caro amico. Lo incontro al Bar jolly.
Pino una battuta e un aneddoto su Ettore Lodi
“Una persona stupenda, il suo hobby preferito erano gli scherzi. Con lui non ci si annoiava mai. E poi è stato un imprenditore eccezionale. Quando aprì i negozi fuori regione a un certo punto Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica, disse: <<Ma chi cazzo è questo Lodi?>> perché con i suoi prezzi dava fastidio a tutti. Una sera trovai su ebay l’inno a Littoria, un disco raro, ma l’asta arrivò a prezzi troppo elevati e lasciai perdere. Dopo un qualche giorno mi citofonò a casa, lo feci salire e mi diede un pacco, lo aprii e restai meravigliato, era il disco che non ero riuscito a comprare”
Ogni volta che passo per Piazza della Libertà mi sembra ancora di vedere quel gruppo di amici, con Ettore Lodi che si sbraccia e tiene banco… senza di loro Latina è meno divertente. Ringrazio l’amico Pino Maggiore per gli spunti presi da alcuni suoi scritti.
Concludo con un annuncio: la famiglia Lodi in ricordo di Ettore, farà una grande sorpresa alla città, ma non sarà uno scherzo. Io mi sto adoperando per organizzare l’evento. Vi terrò aggiornati.