Ci sono storie difficili da raccontare perché inevitabilmente ti coinvolgono. Storie molto toccanti che ti entrano dentro e avverti tutto il peso che si portano dietro. Nello scrivere questa storia ho provato una profonda commozione. È la storia di un giovane ragazzo che stava diventando uomo, ma un anno fa un tragico destino ha infranto tutti i suoi sogni. Si chiamava Francesco Mansutti. Nonostante la tristezza, voglio raccontarvi della sua breve ma intensa esistenza: dei suoi sogni, delle sue speranze e dei suoi ventisei anni vissuti con profonda intensità.
Non so perché, la storia di Francesco Mansutti, che vi sto per raccontare, mi ricorda molto quella di Francesco Porzi, che a Latina gli amici chiamavano Biscotto. Forse perché scomparsi molto giovani o forse perché entrambi inseguivano i propri sogni con grande determinazione. Ma soprattutto, per essere stati molto amati da coloro che li hanno conosciuti. Tra l’altro avevano lo stesso nome.
Quando seppi del tragico incidente di Francesco Mansutti, non ebbi il coraggio di andare da suo papà Franco e fargli le condoglianze. Non riuscivo a trovare le parole. Come si può dare conforto per una perdita così grande?! Poi dopo diversi mesi ci siamo incontrati e gli ho confessato il mio imbarazzo, con la promessa che a un anno dalla scomparsa avrei scritto di Francesco. E così, eccomi qui a scrivere di questo ragazzo straordinario. Per me è stato come viaggiare nella sua storia e, alla fine, ho avuto la sensazione di averlo conosciuto veramente.
La storia di Francesco Mansutti tra sport e studio
Francesco Mansutti nasce a Roma il 3 ottobre del 1996. Il papà Franco è commercialista di origine veneta/friulana, la mamma, Antonella Campana, un’imprenditrice di prodotti agroalimentari a Cisterna di Latina, azienda fondata dal padre di origine partenopea. Francesco è il loro secondo figlio, la prima è Michela, nata circa sette anni prima.
Quando arriva Francesco la routine della casa viene stravolta, perché è un bambino molto vivace, non si ferma mai e la palla sbatte in ogni angolo della casa. La mamma, prima che distrugga qualcosa, ad appena tre anni, decide di iscriverlo in una scuola calcio. Nonostante sia così piccolo, si distingue subito per la sua visione di gioco.
Dalle suore del Preziosissimo Sangue di Cisterna, frequenta l’asilo e le scuole elementari. In queste ultime, Suor Silvana ha quasi una venerazione per quel bambino così preciso e attento, tanto da affidargli la cassa per il mercatino annuale organizzato dalla scuola. In classe è calmo e tranquillo, ma nello sport è totalmente diverso, ha la competizione nel sangue e mette tutto il suo impegno negli allenamenti e nelle partite. È tra i più bravi, ma se sbaglia è molto severo con sé stesso.
Le scuole medie le frequenterà con le suore del Preziosissimo Sangue, ma di Latina, accanto alla chiesa dell’Immacolata. I suoi voti sono ottimi, e agli esami di terza media stupisce tutti con una tesina sulle Brigate Rosse, dimostrando una maturità superiore per l’età che ha. Francesco è precoce pure nella crescita: sfiora il metro e novanta. La sua statura lo porterà alla decisione di cambiare sport, spinto anche dalla mamma. Dal calcio passa al basket. Lo sport per Francesco è un tratto distintivo, lo ha ereditato dalla famiglia Mansutti.
Finite le scuole medie si iscrive al Liceo Classico Dante Alighieri di Latina. Già dal IV ginnasio dimostra passione per lo studio, tanto da meritarsi dalla sua prof di latino e greco, l’appellativo di: “Alessandro Magno” per la sua voglia di migliorarsi e approfondire i suoi studi. Ma guai definirlo un secchione. La sua attenzione con relativi appunti, annotati durante le lezioni, li mette generosamente a disposizione per i suoi compagni di classe e si riveleranno di grande aiuto.
Francesco incontra l’amore della sua vita
Oltre alla scuola e allo sport, Francesco dedica il suo tempo libero agli amici e alla famiglia. Ha sedici anni, quando per una vacanza studio arriva in un college inglese, a Bristol. È l’estate del 2012, luglio per l’esattezza. In una scalinata del college Francesco si appresta a scendere, mentre una ragazza sale. Il loro sguardi si incrociano, ma non è un classico colpo di fulmine è un vero e proprio incantesimo, è come se in quell’attimo si sia fermato il tempo e i loro occhi abbiano incontrato l’eternità. In quella scalinata sta per nascere un amore profondo che durerà tutta la vita.
Lei si chiama Sara e viene da Napoli. Certo non sarà facile per due adolescenti incontrarsi al rientro, ognuno nelle rispettive città. Ma quell’amore è troppo grande per essere ostacolato dalla distanza. Francesco, ogni volta che può, prende il treno e la raggiunge. Sfrutterà il viaggio per studiare. Farà la stessa cosa Sara, ma accompagnata sempre dalla sorella maggiore, Alessia. Per le rispettive famiglie diverranno figli acquisiti.
Intanto la vita scolastica continua brillantemente. Anche nei tornei organizzati nell’istituto, Francesco è sempre in prima fila: la voglia di competizione non lo abbandonerà mai. Oltre ai risultati sportivi, riesce a vincere anche un torneo di dama. Nel 2012, nonostante sia giovanissimo, verrà eletto come rappresentante di istituto. Lo sarà pure negli anni successivi perché ha la stoffa del leader.
Un punto di riferimento lo sarà anche per la sua squadra di basket, di cui diviene capitano, la SMG di Latina, allenata dal coach Leonardo Ortenzi. Nel suo ruolo di playmaker, prenderà per mano i suoi compagni ottenendo le finali nazionali Under 19, che si svolgeranno a Udine. In finale verranno battuti, ma per Francesco rimarrà un ricordo indelebile: sarà premiato come miglior realizzatore di categoria.
Insieme agli altri rappresentanti di istituto, nel 2012, organizza la prima occupazione storica del Liceo Classico di Latina. Gli studenti si armano di sacco a pelo e rimangono una settimana intera a manifestare contro l’incuria in cui versa l’istituto. Sarà anche promotore, l’anno successivo, della manifestazione a sostegno delle vittime della mafia, organizzata dall’associazione Libera di Don Ciotti.
Il 18 novembre del 2014 la giudice Lucia Aielli, viene minacciata di morte attraverso l’affissione di cinque cartelli epigrafi nei pressi del Liceo Classico, scuola frequentata dalle figlie del magistrato. Francesco nonostante non sia più rappresentante di istituto, per gli impegni in vista della maturità, si rende disponibile a organizzare, per il 28 novembre, insieme ai nuovi incaricati della sua scuola, la più grande manifestazione avvenuta a Latina a sostegno del magistrato. Scenderanno in piazza migliaia di studenti di tutti gli istituti. Saranno presenti quelli dell’associazione Libera e anche i politici di ogni colore.
Il corteo sfilerà per le strade di Latina fino a giungere davanti al tribunale. Francesco sarà sempre in prima fila con un megafono, per gridare slogan contro la criminalità organizzata. Ottenuta la maturità, Francesco supera i test di ingresso nella facoltà di Economia e Management alla Luiss di Roma. Inizia così un’altra fase della sua vita. Fa nuove amicizie, ma l’amore per Sara è sempre lo stesso. Lei si è iscritta a Giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Continueranno a vedersi nei fine settimana.
Il giorno della laurea triennale, dopo la discussione della tesi, correrà in una clinica romana dove sta per nascere la sua prima nipotina, figlia di sua sorella Michela, che lui considera una seconda madre. Gli studi proseguono e a settembre del 2019, con il progetto Erasmus, Francesco si mette di nuovo in gioco. Sceglierà di frequentare, per la specialistica, la più prestigiosa delle scuole di management, la NEOMA Business School nella città di Rouen. Alla fine del corso riceverà una lettera di merito da parte della scuola francese.
A Roma non perde tempo. Per il tirocinio entra in una grande società di revisione contabile. Mentre fa esperienza, studia un nuovo sistema di stoccaggio dei cereali per l’azienda di sua mamma. Nel frattempo, discute la tesi specialistica ricevendo la lode e la medaglia al merito, come miglior studente. Inizia finalmente il suo percorso lavorativo nella azienda di famiglia. In due anni la rivoluzionerà. Farà acquistare macchinari all’avanguardia e avviare nuove produzioni di alimenti zootecnici. Francesco, il rivoluzionario, sarà fermato solo dal destino il 16 marzo del 2023.
L’incontro con la sorella Michela e la fidanzata Sara
Incontro Michela e Sara nella casa dei genitori. Avverto la loro tensione, non sarà facile per loro parlare di Francesco. Ne hanno una gran voglia, ma l’emozione è tanta. Cerco di metterle a proprio agio, ma so che dovrò gestire emozioni forti che inevitabilmente mi coinvolgeranno.
Michela, tuo fratello dopo gli studi era entrato in azienda?
“Sia io che mia mamma non vedevamo l’ora che Francesco terminasse gli studi ed entrasse in azienda. Finalmente un uomo da avere accanto nel lavoro. Ma non immaginavamo fosse un ciclone, in poco tempo aveva rivoluzionato l’azienda. Lo guardavamo attonite, per la sua preparazione e l’energia che sprigionava. Dirigeva i tecnici interni ed esterni, come se avesse fatto quel lavoro da sempre”
Si confrontava con voi?
“Sempre! Sviluppava le idee ascoltando anche gli altri”
Quella mattina del 16 marzo?
Michela respira profondamente, gli occhi sono lucidi, ma è una donna determinata e coraggiosa, come lo era Francesco:
“Quella mattina Francesco era arrivato tranquillo negli uffici dell’azienda, ma a lui piaceva molto anche l’operatività. Quindi si era spostato nei magazzini di produzione per controllare il lavoro. Pochi attimi e poi la tragedia. Un muletto di ultima generazione, voluto proprio da lui, lo ha investito in pieno”
Sara, te la senti di raccontarmi degli ultimi giorni con Francesco e dei vostri progetti? Dopo una grande commozione che coinvolge Michela e anche me, Sara racconta:
“Alcuni giorni prima, avevamo festeggiato il mio compleanno insieme a degli amici, una bella serata spensierata. Di progetti ne avevamo tanti, tra tutti quello di vivere insieme e formare una famiglia. Ormai i nostri studi erano terminati ed eravamo pronti. Ne avevamo parlato anche la sera prima dell’incidente. Siamo stati due ore al telefono”
Giovedì 14 marzo: al Liceo Classico di Latina, in onore di Francesco Mansutti si è tenuto un convegno sulla Legalità, Giustizia e Lotta alla Criminalità, temi a lui molto cari. Tra i relatori Don Ciotti, la Dott.ssa Lucia Aielli e l’ufficiale della Guardia di Finanza Dott. Luigi Bianco, amico d’infanzia di Francesco. Sul palco, inoltre, la Dott.ssa Michela Zuccaro, dirigente scolastico del Liceo Classico, il Procuratore aggiunto di Roma Dott. Giovanni Conzo e il Dott. Carlo Durante, autore Rai, in veste di moderatore. In platea moltissimi studenti.
Gli interventi sono stati tutti notevoli e, in alcuni momenti, molto toccanti, ma le parole di una studentessa, mi hanno colpito in modo particolare: “Per gli studenti del Liceo Classico di Latina, Francesco, sarà per sempre un faro e un eroe”.
La famiglia Mansutti ha in mente una fondazione per organizzare un torneo itinerante di basket, due premi di laurea alla Luiss e la promozione della legalità nelle scuole. Intanto, sarebbe bello intitolare la palestra del Liceo Classico di Latina a Francesco Mansutti, un ragazzo che amava lo sport e aveva a cuore i diritti civili e la legalità. Un vero esempio per le nuove generazioni.