Nel raccontare le famiglie storiche della mia città, mi rendo conto della grande differenza con i nuclei familiari di oggi. In questi ultimi anni, la crisi demografica si è accentuata notevolmente. Forse a causa dell’incertezza dovuta alle crisi economiche che si susseguono e la mancanza di un lavoro stabile. Ma allora mi domando, come facevano le famiglie nella prima metà del Novecento ad andare avanti con cinque, sei, sette, otto, nove figli? Forse un sociologo potrebbe spiegare la ragione vera del calo delle nascite. Intanto voglio raccontarvi di una famiglia numerosa, molto conosciuta, che appartiene a tutti gli effetti alla storia di quella Latina lanciata verso il futuro. È la famiglia Barsi, che contribuì fattivamente alla crescita della città.
Questo racconto lo dedico all’amico Enrico Barsi, scomparso il 18 gennaio del 2010. Aveva gestito la storica attività di famiglia, Barsi Sport, insieme al padre Marsilio e al fratello Sandro. Enrico era un grande organizzatore e animatore di settimane bianche. Con Enrico non ci si annoiava mai: sempre con la battuta pronta e quel sorriso ironico stampato sul viso. Quelle settimane di vacanza sulla neve le ricordo con vero piacere: oltre sciare, divertimento puro. Enrico è stato un vero catalizzatore, un leader che sapeva socializzare e far socializzare le persone.
Successivamente alla chiusura dell’attività Barsi Sport, nell’ultimo periodo della sua vita, aveva aperto una pizzeria: “Lavori in corso”, con l’inseparabile fratello Sandro. L’ultimo ricordo che ho di lui è proprio in quel locale. Nonostante fosse già malato, quella sera, con la sua proverbiale ironia mi fece sorridere come sempre.
Dopo questo doveroso ricordo per l’amico Enrico, vi racconto la storia della sua numerosa famiglia, una vera e propria dinastia, che non arrivava da lontano, come tante altre famiglie arrivate a Latina tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. La famiglia Barsi arrivava dalle nostre colline, precisamente da Cori. Per me questa ricostruzione storica è stata abbastanza complicata, come spesso accade quando le famiglie sono così numerose. Proverò a districarmi tra nomi e attività, sperando di essere più chiaro e preciso possibile.
Giuseppe Barsi (detto Peppe), dalla toscana a Cori
Giuseppe Barsi nasce il 6 giugno del 1882 a Villa Basilica, in provincia di Lucca. Giuseppe, detto Peppe, è un artigiano: costruisce ombrelli e giocattoli di legno. I suoi prodotti li vende in giro nei vari mercati del centro Italia. Alla fine della prima decade del Novecento, giunge al mercato settimanale di Cori, un paese dei monti Lepini. Mentre è intento a vendere i suoi oggetti, conosce una ragazza corese, Nazzarena Marafini. I due si innamoreranno e Peppe deciderà di trasferirsi nel paese della sua futura moglie.
I due innamorati avranno otto figli: Luigi, Blandina, Marsilio, Guido, Pietro, Agostino, Antonietta e Graziella. I figli maschi, appena crescono, danno una mano al papà, mentre le figlie femmine aiutano la mamma e frequentano assiduamente la chiesa del paese. Nel 1935, Luigi, Marsilio, Pietro e Agostino, saranno chiamati alle armi per la campagna d’Africa. L’unico che la scampa è Guido, perché lavora nella sua officina meccanica a Cori basso. Marsilio e Luigi vengono mandati a combattere in Etiopia.
Alla fine del conflitto, durato meno di un anno, i due fratelli decidono di rimanere a lavorare ad Asmara, capitale dell’Eritrea. Apriranno una ditta di sfasciacarrozze e lavorazione di metalli ferrosi. Ma nel 1947 l’Italia perde tutte le sue colonie africane. Marsilio e Luigi saranno costretti a far ritorno in Italia. L’anno seguente, Marsilio e Guido decidono di aprire un’officina di riparazioni auto, con annessa carrozzeria, in via Cesare Battisti a Latina.
Le sorelle, Graziella e Blandina, invece, apriranno una propria attività, ma di tutt’altro genere. Venderanno articoli per la casa, sempre a Latina, in via Carducci. Per volere del padre si uniranno, nella nuova attività di Marsilio e Guido, gli altri due fratelli, Luigi e Agostino, mentre il fratello Pietro diverrà sacerdote. Nei primi anni Cinquanta prenderanno la concessionaria Gilera e pochi mesi dopo anche la Piaggio.
Un periodo d’oro per i fratelli Barsi, soprattutto per la vendita della Vespa, prodotto di punta della Casa di Pontedera. I fratelli Barsi organizzano gincane, raduni in Piazza del Popolo e in tutta la provincia. Per ragioni di spazio interno, Il marciapiede di fronte alla loro concessionaria, in via Cesare Battisti, diviene un’esposizione di motorini e Vespe.
Con la vendita dei ricambi lo spazio interno non sarà più sufficiente, lo diverrà ancor di più con la prima concessionaria Renault di Latina. Saranno obbligati a spostare l’officina meccanica e la carrozzeria in via Milazzo, per far spazio alle automobili. Nella nuova sede, oltre a trasformare le automobili di serie nella loro carrozzeria, inizieranno anche la produzione di portabagagli e accessori per auto, che verranno esportati in tutto il mondo. Marsilio di dedica all’amministrazione, mentre gli altri fratelli alla produzione e alla vendita. Fino al 1974 lavoreranno tutti insieme, poi con l’ingresso dei loro figli diverrà tutto più complicato.
Decideranno così, in totale accordo, di dividersi. A Guido rimarrà la concessionaria Renault. Marsilio continuerà, per poco, con la fabbrica di portabagagli. Luigi si occuperà dei ricambi, mentre ad Agostino andrà la concessionaria Piaggio. Dalle ceneri della ditta fratelli Barsi, nasceranno Barsi Auto, Motor Barsi, Ricambi Barsi e Barsi Sport che sarà la nuova attività avviata da Marsilio con i suoi figli Enrico e Sandro, dopo la dismissione della fabbrica di portabagagli.
Tutte le attività avviate dai quattro fratelli, continueranno negli anni con le nuove generazioni. Luigi, Marsilio, Guido e Agostino rimarranno uniti nel loro grande affetto. Oggi, delle attività avviate dai fratelli Barsi sono rimaste: ricambi Barsi in via Epitaffio e la vendita dei caschi in via Villafranca.
L’incontro con Giuseppe e Aldo, figli di Guido Barsi
La famiglia Barsi, innegabilmente, è tra le più conosciute a Latina. Fino a qualche anno fa i figli di Guido, Giuseppe, Carlo e Aldo, hanno venduto automobili con il marchio Volvo, fino alla loro pensione, sulla Pontina. Giuseppe alla vendita, Carlo all’amministrazione e Aldo nel reparto tecnico. Tra l’altro sono stato anche loro cliente. La concessionaria Renault di via Cesare Battisti venne spostata in un grande capannone di via Piave (oggi Sport 85).
Incontro Giuseppe e Aldo Barsi, al bar Mimì. Mi dicono subito che i Barsi sono tantissimi e ci vuole un po’ di tempo per raccontare tutto. Alla fine, in un paio di ore, ce la siamo cavata.
Aldo, come fu spacchettata l’azienda originaria?
“In effetti erano quattro aziende in una e quindi non fu difficile visto che i fratelli erano quattro. Venne fatta ad estrazione e comunque rimasero tutti soddisfatti”
So che la grande famiglia Barsi è tuttora molto unita, qual è il segreto per andare così d’accordo?
“Senza dubbio l’educazione data ai figli da parte di mio nonno Peppe. Voleva l’armonia in famiglia, e devo dire che meglio di così non poteva fare. Pensa che abbiamo un gruppo Whatsapp, con tutti i componenti della famiglia, allargato ai nipoti di mio nonno che vivono a Velletri. Ci scriviamo ogni giorno”
Caspita! È un impegno?!
“Per noi è un grande piacere”
Ricordi qualcosa di tuo nonno?
“Avevo circa dieci anni quando è venuto a mancare nel 1963, però lo ricordo bene. Era un vecchietto molto attivo, costruiva ancora ombrelli e li vendeva in un negozio che stava in Corso Matteotti. Lo ricordo con l’immancabile sigaro in bocca e con due paia di occhiali, uno in testa e l’altro sugli occhi. Ogni tanto, a noi nipoti, ed eravamo tanti, ci portava a fare una scampagnata che durava fino a sera, per insegnarci a non avere paura del buio”
Dove venivano organizzate le gincane con le Vespe?
“Le organizzavamo nel vialone dei giardinetti, ma anche in tutta la provincia. E poi organizzavamo anche i raduni. Venivano anche da fuori provincia”
Dei Barsi tu sei stato il più temerario con i motori, vero?
“Vero! Partecipavo alle gincane, poi mi sono divertito con le moto. Ma dopo la morte di un caro amico ho chiuso con le due ruote e sono passato alle gare automobilistiche. Correvo con la Renault 5 GT turbo, vinsi anche il campionato nazionale categoria esordienti”
Vi ho raccontato di una delle famiglie più conosciute di Latina, che ha contribuito a farla crescere e a farla andare più veloce con le automobili e la mitica Vespa. La Famiglia Barsi appartiene di diritto alla storia della nostra città.
Nella foto di copertina Peppe Barsi (1882-1963) con i figli i dipendenti della ditta Flli. Barsi