Latina si avvia verso il centenario, ancora otto anni ed è fatta. In Senato è passata una legge apposita: <<Fondazione Cento>>, proposta dal senatore Nicola Calandrini e votata anche dalle opposizioni. Per il via libera definitivo, si attende solo il verdetto della Camera. Insomma, Latina, la città bambina, sta diventando adulta. La nostra storia la conosciamo un po’ tutti, ma pochi conoscono l’altra, quella millenaria. A sedici chilometri da Piazza del Popolo, a Borgo Le Ferriere, i latini fondarono, tra il X e IX secolo A.C., la città di Satricum. Proprio per quel popolo, la nostra città, dopo i primi anni chiamata Littoria, venne chiamata “Latina”. Da quarantaquattro anni una donna olandese scava in quella acropoli e continua a scoprire tombe, oggetti, manufatti, capanne preromane, una villa di epoca romana… Lei è l’archeologa: Marijke Gnade.
Prima della bonifica integrale, il nostro territorio non era del tutto paludoso. C’erano delle zone più elevate dove era possibile vivere, addirittura in età preromana. Il sito più importante, scoperto nel 1896 dal francese Hector Graillot, si trova a pochi chilometri dalla torre comunale di Latina, a Borgo Le Ferriere, conosciuto più per essere il luogo del martirio di Santa Maria Goretti che per la storia millenaria che, ancora oggi, in gran parte nasconde.
Nove anni fa, mentre ero diretto a Roma, mi fermai proprio a Le Ferriere, perché avevo saputo del rinvenimento di alcune tombe antiche, nel sito archeologico di Satricum. Ero incuriosito; non lo avevo mai visto, nonostante sia a quindici minuti da casa. In quell’occasione c’era una visita guidata. Una signora, munita di scopa per togliere delicatamente la polvere dai preziosi reperti, spiegava la storia con inflessione nordeuropea. Non feci troppo caso a quel dettaglio, d’altronde a Latina siamo abituati alle molteplici cadenze che caratterizzano la nostra città.
Quel suo modo di raccontare mi aveva affascinato. Guardare gli scheletri nelle tombe un po’ meno, però mi fecero riflettere su quanta storia avessi sotto gli occhi. Qualche anno fa, iniziai a raccontare la città e mi venne in mente di intervistare quella signora, volevo saperne di più su Satricum, che aveva preceduto Latina di tremila anni. La incontrai per caso in un bar del centro, fortunatamente era con una amica comune: l’archeologa Carmela Anastasia. Dopo avermela presentata ci scambiammo i nostri contatti.
Il suo nome? Marijke Gnade: archeologa ed ex docente all’università di Amsterdam. Però incontrarla non è stato affatto semplice, per i suoi tanti impegni. Ho aspettato due anni, poi qualche giorno fa ho saputo del suo ritorno a Latina, a Le Ferriere. Le ho mandato un messaggio e finalmente sono riuscito a incontrarla.
La scoperta dei resti del tempio della Mater Matuta
Il francese Graillot scopre sulla collina di Le Ferriere i resti del tempio della Mater Matuta, antica divinità venerata come dea dell’aurora e protettrice delle partorienti. Tra il 1896 e 1898, tre archeologi italiani, Felice Bernabei, Adolfo Cozza e Raniero Mengarelli effettuano una lunga campagna di scavi. Vengono riportati alla luce, un deposito votivo di fronte il tempio, capanne, case e un gran numero di tombe ricche di reperti. I materiali saranno depositati a Roma nel museo di Villa Giulia.
Dopo questa seconda fase, i lavori si interrompono. Sarà l’archeologo Mengarelli a riprendere gli scavi, tra il 1907 e il 1910. Scoprirà un piccolo santuario e altre tombe della necropoli. Ci vorranno poi sessantasette anni per riprendere la ricerca archeologica di Satricum. Il Comitato per l’Archeologia Laziale, formato nel 1974, affida all’Istituto Olandese diRoma il recupero del sito archeologico.
Sarà nel 1977, su invito del Ministero dei Beni Culturali, l’effettiva partenza per i nuovi scavi, diretta dall’archeologo olandese Conrad Stibbe. Nell’attenta pulizia del tempio verrà alla luce un’eccezionale scoperta: il Lapis Satricanus. Una pietra recante un’iscrizione in latino arcaico, presumibilmente del 500 A.C.
La storia di Marijke Gnade e l’arrivo al borgo Le Ferriere
Marijke Gnade nasce ad Amsterdam il 30 maggio del 1956. È la prima di tre figli. Rimane orfana di padre, quando è ancora molto piccola. Marijke è una bambina tranquilla e silenziosa, gioca spesso da sola. Le piace viaggiare con la fantasia e ama leggere libri. Frequenterà il ginnasio e poi l’Università Libera di Amsterdam, nella facoltà di Storia dell’Arte.
Ma Marijke non è soddisfatta di quegli studi, lei ama stare all’aperto e non si vede a lavorare in un ufficio dietro una scrivania. Sente che il suo futuro sarà diverso. Decide così di cambiare facoltà e iscriversi ad Archeologia.
Già dal secondo anno di università inizia a girare per i siti archeologici del Peloponneso, situato nella Grecia meridionale. Studia e nel frattempo fa pratica. Analizza i reperti archeologici: muri, tombe, ceramiche, ossa umane e animali. Lo farà per tre anni, alternando università e tirocinio. Alla fine degli anni Settanta, per allargare la sua esperienza, scrive una lettera indirizzata all’Istituto Olandese di Roma perché vorrebbe partecipare agli scavi di Satricum. Marijke arriverà a Le Ferriere nel 1980 e sarà subito amore.
Intanto continua gli studi universitari. Per due anni studia tutti i reperti archeologici ritrovati alla fine dell’Ottocento, e conservati nel museo romano di Villa Giulia. Grazie all’impegno di Conrad Stibbe e del professore Loreto Solazzi di Borgo Montello, nel 1982, per i cinquanta anni dalla fondazione della città il Comune di Latina riesce a organizzare una mostra con un’ampia scelta di reperti, recuperati nella fine dell’Ottocento, selezionati da Marijke. Alla cerimonia inaugurale sarà presente anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Marijke nel 1984 si laurea in archeologia e per sei anni oltre Le Ferriere, dividerà il suo lavoro nei siti archeologici della Puglia, fra Brindisi e Lecce. Nel 1987 diverrà anche docente all’Università di Amsterdam e, nel 1990, direttrice del progetto Satricum, sostenuto dalla sua università. Nel 2000 ottiene il titolo di dottore di ricerca su Satricum e i Volsci. Infine, nel 2007, la cattedra di Archeologia delle Culture Preromane in Italia centrale, sempre nell’Università di Amsterdam. Dal 2023 è in pensione, ma trascorre molto del suo tempo nel luogo che l’ha stregata.
L’incontro con Marijke Gnade
Incontro Marijke in un bar di Borgo Montello e subito mi accorgo che le persone del posto la considerano quasi una divinità. La salutano, la ossequiano. Mi viene da pensare che sia la reincarnazione della dea Mater Matuta. La vedo un po’ cupa in volto e mi confessa che ha avuto un lutto ed è pervasa dalla tristezza. È una donna dall’aspetto severo, ma poi si rivela tutt’altro.
Marijke, raccontami qualcosa di questa antichissima città?
“Fu fondata dai Latini, ma ancor prima di diventare una vera e propria città, era una piccola comunità agricola fatta di capanne, dove si allevava anche bestiame”
Da dove arrivavano i latini?
“Erano del posto e facevano parte dei gruppi indigeni che abitavano in Italia centrale. Ci sono fonti scritte rinvenute molto tardi”
Poi cosa accadde a Satricum?
“Era divenuta una città grande e importante e oltre la pastorizia e l’agricoltura, iniziarono gli scambi commerciali con il resto d’Italia e del Mediterraneo. Fece gola ai Volsci che la conquistarono nel 488 A.C. ma la loro dominazione finì, quando arrivarono i Romani e ne fecero una loro colonia. Quelle battaglie le descrisse bene lo storico romano Tito Livio”
Di tutti i reperti che hai scoperto a Satricum, qual è quello che ti ha emozionato di più?
“Quando ho trovato in una tomba, del settimo secolo A.C. i resti di una piccola bambina. Il corredo conteneva ventitré oggetti di bronzo in miniatura. Quel ritrovamento, oltre ad emozionarmi, mi commosse”
In tutti questi anni, quanto tempo hai passato da queste parti?
“Considera che gli scavi si effettuano solo luglio e agosto, quando non piove. Diciamo che le mie vacanze le ho passate sempre a lavorare sul sito e l’inverno a fare la docente ad Amsterdam”
Ho visto che scavate in mezzo ai vigneti, ma di chi sono i terreni?
“Sono di Antonio Santarelli, un vero mecenate, una grande persona. Proprietario della cantina vinicola Casale del Giglio. Ci ha sempre messo a disposizione i terreni e ha addirittura sovvenzionato gli scavi. Gli devo molta gratitudine. Quando vengo a Le Ferriere abito in un suo appartamento che mi ha messo a disposizione. Tranne la famiglia Dominici negli anni Ottanta, gli altri proprietari terrieri non ci hanno mai dato la possibilità di effettuare scavi”
Chi lavora con te?
“Studenti universitari che vengono un po’ da tutto il mondo. Per coinvolgere gli abitanti, ho scelto ragazzi del luogo che aiutano gli studenti nel lavoro più pesante sul campo. Alcuni di loro si sono poi iscritti ad Archeologia. Inoltre, ogni anno, organizziamo una visita guidata ed eventi teatrali, coinvolgendo artisti e musicisti locali”
Quindi questo sito è molto conosciuto?
“È di interesse nazionale, perché è un sito che ha tante stratificazioni. Dal nono secolo A.C. non si è mai fermato: dai Latini, ai Volsci, ai Romani, al Medio Evo, fino ad arrivare alla Seconda guerra mondiale”
L’ultima importante scoperta?
“Quattro anni fa abbiamo trovato una villa romana, di quattromila metri quadrati, del primo-quarto secolo D.C., ma c’è ancora molto da scoprire, siamo appena al quaranta per cento”
Qual è il tuo sogno?
“Che sia aperto al pubblico tutto ciò che ho scoperto”
A Marijke Gnade, nel 2017, è stata conferita la Cittadinanza Onoraria, giusto riconoscimento per una persona che ha dato tanto alla nostra comunità. Ora che è in pensione ha deciso di dedicare più tempo al nostro sito archeologico e chissà quante altre cose riuscirà ancora a scoprire. Grazie Marijke, spero che il tuo sogno possa avverarsi… farebbe bene anche a noi.
P.s. ho letto diversi articoli con su scritto: Satricum a sessanta chilometri a sud di Roma. Difficile scrivere: Satricum a sedici chilometri da Latina?