Scrivendo e riscrivendo la storia dei personaggi di Latina mi trovo sempre più spesso a incrociare nomi già menzionati: cognomi che mi suonano familiari perché già raccontati. Sembrano siano tutti imparentati tra loro. Alcune famiglie arrivate negli anni Trenta a Littoria, inevitabilmente, si sono intrecciate magari con amori sbocciati tra le poche vie di una città appena nata, attratti forse da dialetti diversi. Latina è bella per questo, per le sue mille storie, perché sono le persone che fanno la storia di una città… Vi ho già raccontato dei fratelli Giorgio e Pietro Mazzola, che aprirono il primo pianobar di Latina, il Leone Rosso. Oggi, invece, vi racconterò del loro zio Alfonso, che fondò negli anni Sessanta la COMEL, una delle eccellenze industriali di Latina.
A Latina, le storie di chi ha vissuto il dopoguerra sono storie di sacrificio, ma anche di speranza e di coraggio. Guardando le piccole realtà di un tempo che si sono evolute e diventate grandi, è segno che la città è ancora viva e questo mi conforta.
La storia che sto per raccontarvi è una di quelle piccole realtà cresciute con impegno e passione di generazione in generazione, divenuta un pezzo di storia, ma che continua a scrivere nuove pagine di un racconto che, seppur cambiato nel tempo, resta sempre legato alle radici di chi l’ha vissuto e costruito.
Per scrivere questa storia mi ha fatto da gancio la mia amica Emanuela Gasbarroni. Mi ha messo in contatto con Ilaria Ferri che gestisce la comunicazione della galleria d’arte “Spazio COMEL” di via Neghelli. Da Ilaria ho avuto il contatto di Gabriella Mazzola, figlia di Alfonso di cui vi sto per raccontare, ma è figlia anche di Vanna Migliorin, donna straordinaria e lungimirante con la passione per l’arte.
Alfonso Mazzola fondatore dell’industria COMEL
Alfonso Mazzola nasce a Napoli il 1° ottobre del 1928, quinto di nove figli. Suo papà, Giovanni, è un maresciallo del Corpo di Guardia di pubblica sicurezza. La mamma, Ida Palermo, invece, ha un bel daffare con i suoi numerosi figli. Nel 1938, gli viene affidato un incarico importante nella nuova questura di Littoria. Con tutta la sua numerosa famiglia si trasferisce nella nuova città di fondazione. Inizialmente dormono in questura, fino a che non gli verrà assegnata un’abitazione dell’INCIS in viale Italia.
Alfonso dopo aver svolto le scuole elementari a Napoli, frequenta l’avviamento al Regio Istituto Tecnico Vittorio Veneto di Littoria, per poi prendere l’attestato di elettricista e tecnico del freddo. Dopo gli studi, finita la guerra, trova lavoro come operatore al cinema Corso. La sera, dopo l’ultimo spettacolo, si intrattiene in Piazza del Popolo con i suoi amici commercianti: Marzolla, Di Lorenzo, Pacchiarotti…
Oltre al lavoro serale al cinema Corso, la mattina aiuta un tecnico per le riparazioni di frigoriferi dei bar, dei negozi di alimentari e dei ristoranti. Presto si appassionerà a quel mestiere, più consono ai suoi studi scolastici. Proprio in un alimentari, mentre riparano un frigorifero, l’incontro fatale con una ragazza veneta, Vanna Migliorin, giunta a Latina nei primi anni Cinquanta per raggiungere i suoi fratelli: tra questi Bruno, proprietario del negozio dove conosce Alfonso. In quel momento solo sguardi e sorrisi; saranno poi galeotte le passeggiate al giro di Peppe.
I due si sposeranno nel 1958 e avranno tre figli: Gabriella, Adriano e Luisa. Appena sposati Alfonso decide di intraprendere un’attività in proprio, insieme al suo fratello maggiore, Antonio, per gli amici Nino. Realizzeranno banchi frigo e celle frigorifere. Quasi tutti i banchi alimentari, del mercato coperto, verranno realizzati da loro. Ma anche locali prestigiosi, come il Bar Di Russo e il Piccadilly, prima tavola calda “self service” di Latina.
In quelle due realizzazioni iniziano a lavorare l’ottone e l’alluminio, voluti dagli architetti Salvatore Parziale e Tonino D’Erme. La mancanza di un distributore di zona, di questi nuovi materiali, porterà Alfonso a guardare lontano e, nel 1968, aprirà un piccolo negozio in via Legnano. Nasce così la COMEL, acronimo di “Commercio Metalli Latina”. Gli uffici saranno aperti in via Neghelli: per l’esposizione e magazzino verranno affittati i capannoni frontali, di proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti (Ora grande parcheggio zona pub).
La moglie Vanna, donna moderna che guida la macchina con disinvoltura fumando la sigaretta, decide di aiutare fattivamente il marito. Effettua alcuni corsi alla Camera di Commercio e inizia a gestire il negozio appena aperto. Però, dopo qualche anno, l’attività non decolla, Alfonso vorrebbe chiuderla, ma Vanna si oppone con determinazione, pensa che quell’attività sia solo troppo avanti, ed è solo questione di tempo. Fortunatamente il marito seguirà il suo consiglio.
Dal 1975, ci sarà un boom incredibile dell’alluminio, Vanna aveva ragione e, nel 1979, l’esigenza di avere spazi più ampi diverrà una necessità imprescindibile. Al posto della casetta di campagna, che avevano in mente di costruire in via Congiunte sinistre, sorgerà il loro primo capannone di settecento metri quadrati. Nel 1980, Alfonso, per dedicarsi esclusivamente alla COMEL, lascerà il lavoro avviato con il fratello Nino. Gli anni Ottanta segneranno la consacrazione dell’alluminio con le varie colorazioni.
Gli infissi dei negozi ormai vengono realizzati tutti con quel materiale, sicuramente più duttile del ferro. Al momento vendono solo il materiale, senza realizzare il prodotto finito. Vanna acquisisce sempre più competenza ed è complementare all’attività del marito. Nel 1982 iniziano il percorso lavorativo anche i loro primi due figli, che porteranno valore aggiunto all’azienda.
Successivamente entrerà pure la terza figlia. Nel frattempo Vengono realizzati altri capannoni, accanto a quello storico, fino ad arrivare a un totale, di settemila metri quadrati coperti. Nel 2012 il cambio di passo: inizia la produzione di infissi e la vendita del prodotto finito per servire gli artigiani di tutto il Lazio. Oggi la COMEL rappresenta un’eccellenza industriale made in Latina, con circa venti dipendenti.
Nel 2018 alla CO.ME.L. verrà assegnato il CRIBIS Prime Company che detiene solo il 7% delle oltre 6 milioni di imprese italiane per l’affidabilità economico-commerciale. Alfonso, un anno dopo il prestigioso riconoscimento, raggiungerà la sua cara e indimenticabile moglie Vanna.
Nasce “Spazio COMEL”: l’arte nella via dei pub
Negli anni 2000, Vanna e la figlia Gabriella iniziano a sponsorizzare le attività artistiche del territorio. Nei loro progetti c’è l’idea di inserire l’alluminio nell’arte e creare addirittura un concorso. Ma ad agosto del 2011 accade una immane tragedia: Vanna, rimane vittima di un incidente domestico: sbatte violentemente il capo e dopo qualche giorno perderà la vita. Il punto di riferimento della famiglia viene a mancare e il crollo sarà totale. Ci vorrà del tempo prima di riprendersi.
Ma non bisogna disperdere le idee di Vanna. Una cara amica di Gabriella, la grafica Annalisa Lazzarotto, la sprona a destarsi dal dolore e dare vita al sogno della mamma. Nasce così, in memoria di Vanna Migliorin, il Premio COMEL. La sede storica di via Neghelli sarà tirata a lucido e verrà realizzata una galleria d’arte chiamata: Spazio COMEL.
Verrà istituito un premio con cadenza annuale: in competizione le opere realizzate con l’alluminio. La prima edizione del “Premio COMEL Vanna Migliorin” verrà inaugurata il 18 febbraio 2012, giorno del compleanno di Vanna.
La nuova galleria d’arte viene data gratuitamente agli artisti pontini che ne facciano richiesta. Successivamente, per la forte domanda, le richieste saranno selezionate dopo attenta valutazione delle opere da esporre. Negli anni a seguire lo Spazio COMEL si aprirà anche agli artisti nazionali e stranieri.
Il Premio COMEL è oggi di rilevanza internazionale. Si è tenuto proprio ieri, 16 novembre 2024, l’undicesima edizione. A vincere il prestigioso premio lo slovacco Robert Hromec. L’evento si è impreziosito con la presenza dell’ambasciatrice slovacca Karla Wursterova.
L’incontro con Gabriella Mazzola
Incontro Gabriella Mazzola nella sua azienda. È la prima volta che entro alla COMEL, ma mi accorgo subito che, dai particolari, è una grande azienda, ma conserva il carattere familiare che la rende umana. Gabriella mi accoglie con il sorriso ed è già un buon inizio. Mi dice che spesso legge i miei racconti e questo mi agevola il compito… oltre a farmi molto piacere.
Gabriella, raccontami qualcosa di tuo papà e di tua mamma. Come hanno convissuto un napoletano e una veneta? Due mondi, all’epoca, molto diversi: come riuscivano ad andare d’accordo?
“Sicuramente sono di parte, però, sono stati una coppia splendida. Sono sempre andati d’accordo. Papà era il creativo, l’introverso, che aveva sempre le idee. Mamma invece era più estroversa, più chiacchierona, che pianificava tutto e appoggiava babbo in ogni sua idea. Si compensavano a vicenda”
E tua mamma con l’arte che rapporto aveva?
“Mamma adorava l’arte in genere: amava il teatro, il cinema, le opere liriche, la pittura. Era sua consuetudine andare una volta l’anno al teatro San Carlo”
Come definiresti tua mamma?
“Una donna moderna che ha saputo anticipare i tempi. Per me rappresenta ancora un modello di forza e determinazione, e ogni volta che mi trovo di fronte a una scelta importante, mi chiedo: ‘Cosa avrebbe fatto lei?'”
Il futuro della COMEL?
“Con i miei nipoti Andrea, Jessica e Roberta siamo alla terza generazione; il futuro è nelle loro mani“
Vi ho raccontato la storia di una famiglia che continua a dare lustro alla nostra città, contribuendo a renderla più viva e ricca di cultura. In una città dove gli spazi pubblici dedicati agli artisti sono praticamente inesistenti, la famiglia Mazzola ha creato lo Spazio COMEL, un punto di riferimento nel nostro panorama culturale.
E c’è di più: questo spazio si trova proprio nella via dei pub, cuore pulsante della movida giovanile di Latina. È un connubio speciale, che dimostra come l’arte possa fiorire anche nei luoghi più dinamici e vivaci. L’arte, infatti, è un antidoto al grigiore quotidiano: fa bene alla città, e di questo dobbiamo ringraziare la famiglia Mazzola.