Non è un mistero che Latina abbia la gioventù tra le più belle d’Italia. Dagli anni Trenta la mescolanza di persone, provenienti da diverse regioni d’Italia, ha generato grande bellezza. Già dagli anni Cinquanta e Sessanta il risultato era visibile a tutti, bastava frequentare lo struscio principale della città per rendersi conto della bellezza della gioventù latinense. Sfruttando quelle doti naturali, qualcuno riuscì anche ad emergere. Dei ragazzi, il più bello, Francesco Porzi (Biscotto), divenne attore e fotomodello, purtroppo morì giovanissimo. Tra le ragazze spiccava la bellezza disarmante di Biancamaria Roccatani, che divenne la regina dei fotoromanzi con il nome di Michela Roc. Per quel che è possibile (perché non è stato affatto facile), vi racconterò la storia della più bella ragazza di Latina, tra successi e rimpianti.
Sulla rivista Affarifinanza.it, Latina risulta tra le dieci città più brutte d’Italia. Ovviamente non sono d’accordo. A questa classifica, per noi penalizzante, rispondo con la bellezza delle persone. Sì, la bellezza quella vera però, perché è indiscutibile che la nostra gioventù sia tra le più belle d’Italia.
La bellezza dei nostri giovani si tramanda di generazione in generazione. La contaminazione d’amore avvenuta tra le persone arrivate qui da tutte le regioni italiane e non solo, ha generato una magnifica gioventù. Negli anni Sessanta era tutta concentrata nello struscio principale della città; il giro di Peppe. Tra le tante belle ragazze emergeva Biancamaria Roccatani: elegante, bellissima, viso angelico e delicato.
Qualche giorno fa, mentre giravo su un gruppo Facebook dedicato alle notti romane anni ‘70/’80, ho incrociato un post che mi interessava pubblicato dalla giornalista, Beatrice Boero, che ricordava l’attore Alessandro Momo, morto giovanissimo cinquant’anni fa. Entrando nei suoi contatti, Beatrice mi ha invitato a iscrivermi nel suo gruppo dedicato a un famoso attore di fotoromanzi: Max Delys.
Non essendo interessato a quel mondo stavo per chiudere la pagina, ma la curiosità di dare un’occhiata mi ha portato a sfogliare i post pubblicati… ed è arrivata l’immagine di lei: l’attrice Michela Roc. Beatrice, nel post, ricorda il suo compleanno e scrive una breve biografia e chiosa: nata a Latina. Caspita, l’avevo dimenticata. Da quel momento è stato come un tarlo. Dovevo raccontare la sua storia.
Non avendo contatti con i familiari ho consultato il web e ho trovato molto materiale: anche un paio di articoli del mio amico giornalista Paolo Iannuccelli e uno della scrittrice setina Lucia Fusco. Per avere ulteriori informazioni sulla sua famiglia, mi sono recato nell’Ufficio Stato Civile di Latina: grazie alla cortese disponibilità della funzionaria, Dott.ssa Veronica Zini e della responsabile dell’ufficio, Dott.ssa Mariafrancesca D’Adamo, ho avuto le notizie che cercavo.
La storia di Biancamaria Roccatani in arte Michela Roc la regina dei fotoromanzi
Biancamaria Roccatani nasce a Littoria il 19 novembre del 1941 all’OMNI (Opera nazionale maternità e infanzia) in piazza Celli. Il papà, Cesare, di Priverno è un impiegato statale, pittore per passione, che poi ne farà una professione. La mamma è Liana Pizzarda originaria di Sora, ma cresciuta a Terracina. Cesare e Liana si conoscono a Littoria, entrambi impiegati alla Provincia. Dopo il matrimonio, oltre Biancamaria nascerà Paolo. Già da bambina Biancamaria è molto bella e da adolescente diverrà incantevole.
Nel 1957, a soli sedici anni, farà la prima apparizione in un fotoromanzo. È solo l’inizio di una lunga carriera. Nel gennaio del 1962 il debutto ufficiale, come protagonista, con la Lancio: la casa editrice più famosa di fotoromanzi. Il titolo è “Il pugnale e la rosa“. In quegli anni partecipa anche in qualche pellicola: come vestale nel film “Cleopatra” con Liz Taylor e nel “Gattopardo” di Luchino Visconti, dove appare in una scena di ballo. Apparirà anche in un paio di film con Totò. Ma sempre brevi apparizioni in cui ricopre piccoli ruoli.
Dopo quell’anno la bellissima attrice diverrà una vera e propria icona della casa editrice Lancio. Nel 1967 si sposerà con un avvocato romano Edoardo d’Elia, ma il matrimonio sarà tenuto riservato, perché alla Lancio vogliono assoluta riservatezza. La sua vita privata sarà sempre lontana dal gossip e dagli scoop. Da quel matrimonio nascerà il figlio Francesco.
La grande opportunità lavorativa arriverà nel 1970, quando, già molto nota al pubblico per i fotoromanzi e per gli spot pubblicitari su Carosello, Vittorio De Sica la chiamerà per interpretare la protagonista del suo nuovo film: “I giardini dei Finzi Contini”. Michela rifiuterà quell’offerta: del cinema teme i compromessi, ma in seguito rimpiangerà per tutta la vita di non aver accettato. Nel 1971 debutta al suo fianco Franco Gasparri, con lui, per diversi anni, formerà la coppia perfetta nei fotoromanzi della Lancio.
Michela ha un carattere particolare: dolce, fragile, seducente, riservata. Ama leggere, soprattutto in estate, quando si rilassa nella sua amata Ponza. Legge gialli, ma non disdegna gli autori italiani e francesi. Spesso il martedì torna nella sua Latina, gli piace rovistare nei banchi del mercato americano, per trovare cose particolari che fa sistemare da una amica sarta. Nella sua vita interpreterà quasi millequattrocento fotoromanzi, dal 1962 al 2006, in seicento novantasette sarà protagonista: un primato mondiale.
Michela dimostrerà che nei fotoromanzi non basta essere belle; per avere una carriera come la sua bisogna essere talentuose ed espressive. Saprà interpretare qualsiasi ruolo, anche da cattiva. Alla fine della sua carriera interpreterà pure la parte della nonna. Oltre al suo ruolo da attrice, lavorerà alla Lancio anche da soggettista.
Le ultime apparizioni televisive saranno con Paolo Limiti e Fabio Fazio in “Anima mia” nel 1997. La più grande attrice di fotoromanzi verrà a mancare a Roma il 29 aprile del 2013. Il suo sogno di diventare “Una bella vecchia con i capelli bianchi”, come affermato in una intervista, purtroppo non si realizzerà. Le ceneri di Michela Roc sono tumulate nel cimitero della sua amata Ponza.
Il giornalista Paolo Iannuccelli, suo caro amico, racconta di lei
Quando ho chiamato Paolo Iannuccelli e gli ho detto che avrei voluto raccontare la storia di Michela Roc è stato ben felice di incontrarmi.
Paolo, come hai conosciuto Michela Roc?
“Bianca l’ho conosciuta a Ponza sulla spiaggia di Chiaia di Luna, nel 1990. Lei frequentava la Grotta bar di Franchino detto “u pazz” di cui era molto amico. Iniziava già da maggio a frequentare l’isola. Era sempre sdraiata a prendere il sole. Poi faceva un bagno di cinque minuti e dopo essersi sdraiata di nuovo, tirava fuori dalla borsa un pettinone azzurro e iniziava a pettinarsi con lentezza. Stava ore e ore, a pettinare i suoi lunghi capelli. Era una figura che mi aveva subito incuriosito”
Poi siete diventati amici?
“Sì, condividevamo l’amore per Ponza, per questo nacque una bella amicizia. Ricordo che l’invitai a cena da Ciro a Le Forna e mi accorsi che conosceva proprio tutti sull’isola e sapeva pure parlare bene il ponzese. Addirittura conosceva l’intero equipaggio delle due navi che partivano da Terracina, la linea Mazzella e la Rio Marina. Ma non sapevo fosse una famosa attrice di fotoromanzi”
Quando hai saputo che era nata a Latina?
“Me lo disse due anni dopo. Decise quindi di venirmi a trovare, perché le piaceva ripercorrere le proprie origini. Quando tornava a Latina si fermava sempre a dormire alla pensione Bellavista. Passeggiando per la città arrivammo fino al tribunale e lei mi disse che aveva vissuto proprio lì, nelle case INA al lato del bar Magnanini”
Quando hai capito la sua popolarità?
“Quando una sera andammo a cena al Lido di Latina, da Pierino Duprè, al ristorante Punto Loran. Appena entrammo tutte le donne si alzarono e le andarono incontro per chiedere l’autografo. Quasi tutte le chiesero notizie di Franco Gasparri, suo partner principale nei fotoromanzi della Lancio”
Qualcosa di lei e del suo carattere?
“Mi confidò che negli anni Sessanta un famoso politico, di un grande partito, conoscendo la sua popolarità, le chiese di candidarsi, probabilmente sarebbe stata pure eletta, ma lei rifiutò senza tentennamenti. Stava troppo bene alla Lancio. Considera che guadagnava già a quei tempi decine e decine di milioni di lire al mese. La Lancio vendeva circa cinque milioni di copie a settimana. Numeri pazzeschi. Per il suo carattere, posso solo dire che alternava momenti sereni e spensierati, contrapposti ad altri in cui si isolava e sul suo viso compariva un velo di tristezza. Probabilmente per un amore non corrisposto che la fece soffrire molto, proprio nel periodo in cui ci siamo conosciuti”
L’ultima volta che l’hai vista?
“Il 19 marzo del 2000. Ricordo bene la data perché a Ponza, nella frazione di Santa Maria, si festeggia San Giuseppe. Poi non l’ho più vista, so che conduceva una vita molto ritirata. Alternava le sue vacanze con l’isola D’Elba, perché molti ponzesi si erano trasferiti lì dopo la guerra. Comunque frequentava pochissime persone, tra cui lo scrittore e storico Ernesto Prudente, unico abitante dell’isola di Palmarola. Quando ho saputo della sua morte sono rimasto molto addolorato, perché era una bella persona e si faceva voler bene”
Vi ho raccontato la storia di una donna che è ancora un mito, per chi la ricorda, nata e cresciuta nella nostra città. Latina sarà pure considerata tra le dieci città più brutte d’Italia, ma noi abbiamo altre bellezze e ce ne freghiamo delle classifiche. Ringrazio le funzionarie dell’Ufficio Stati Civili di Latina, Lucia Fusco, ovviamente Paolo Iannuccelli. Un ringraziamento speciale ad Antonio Parisella, cugino di Michela Roc che alla fine sono riuscito a contattare… perché non mi arrendo mai.