Questa storia prende vita da una serata organizzata dall’amico Paolo Bomberini, il quale propone eventi dedicati alla musica dance anni ’80 e ’90. Queste serate sono un vero e proprio viaggio nel tempo: un po’ come salire sulla DeLorean di Doc nel film ‘Ritorno al futuro’, ritrovandosi immersi in quegli anni meravigliosi, quando la nostra giovinezza si intrecciava con canzoni ineguagliabili che continuano a risuonare anche tra le nuove generazioni. La magia di tali eventi riaccende ricordi e offre l’opportunità di rivedere tante persone perse di vista, perché: ‘ognuno perso dentro ai fatti suoi’. Durante quella serata ho incontrato almeno un paio di storie da raccontare. Una è quella della storica famiglia Fiorito, il cui capostipite era Adamo, che evoca non solo le origini della vita, ma anche le origini della nostra città.
Tornare indietro nel tempo è il mio passatempo preferito. Fortunatamente, ci sono persone che si divertono a organizzare serate a tema anni ’80 e ’90, come Paolo Bomberini, storico PR di Latina. Oggi Paolo fa tutt’altro mestiere, ma di tanto in tanto la nostalgia riemerge, e con essa la sua passione per quei decenni indimenticabili. Così, mi sono ritrovato a una serata da lui organizzata all’Hotel Fogliano, immerso nel ritmo travolgente della disco music. È stata l’occasione perfetta per rincontrare tante persone che non vedevo da tempo.
Ormai sapete quanto ami le storie di Latina, delle quali sono sempre in cerca. Quella sera, mentre fumavo una sigaretta fuori dal locale, ho incontrato alcune persone che, come me, affrontavano il freddo per lo stesso motivo. Tra una chiacchiera e l’altra, ho scoperto che mi conoscevano un po’ tutti; in realtà, anche io, ma la mia memoria visiva è davvero scarsa e non sono affatto fisionomista.
Tra loro Francesco Fiorito che appartiene a una famiglia storica di Latina. Ho voluto quindi raccontare la storia del nonno Adamo e della sua numerosa famiglia. Voglio dedicare questo racconto a Erasmo Fiorito, scomparso a gennaio 2023. Lo incontrai molti anni fa, ma poi ci siamo conosciuti meglio grazie ai social. Condividevamo la stessa passione per la scrittura: lui amava scrivere poesie.
Adamo Fiorito, l’arrivo a Littoria da Città della Pieve
Adamo Fiorito nasce il 14 febbraio 1897 a Montegabbione in provincia di Terni, ma la famiglia abita in un paese vicino, a Città della Pieve in provincia di Perugia. Terzo di otto figli. I suoi genitori, Nazzareno e Fidalma sono agricoltori. Adamo dopo le scuole aiuta la famiglia nei campi, ma a diciotto anni, con la guerra che incombe, decide di arruolarsi nei Carabinieri Reali, perché non vuole partire come soldato semplice. Con la sua imponente statura verrà arruolato nel reggimento a cavallo, con il quale combatterà nella Prima guerra mondiale. Terminato il conflitto della Grande Guerra, tornerà alla vita contadina.
Come per molti italiani, anche per Adamo la vita, con la crisi del dopoguerra, si rivelerà particolarmente difficile. In quegli anni incontrerà Virginia Graziani, con la quale si sposerà, e a Città della Pieve nasceranno i primi sei figli: Irma, Fiamma, Alfonso, Rodolfo, Mario, Ottorino. Nel frattempo, suo fratello Armando riesce a ottenere, dall’Opera Nazionale Combattenti, un podere nell’Agro Pontino bonificato, nei pressi di Pontinia, una delle città di fondazione.
Armando e Adamo sono molto legati e, con il tempo, Armando spera che suo fratello lo raggiunga in quelle terre. Alla fine, nel 1935, riuscirà a convincerlo e a fargli accettare un lavoro di portierato a Littoria, in alcune palazzine di proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti, situate in via Duca del Mare. A Littoria nasceranno gli altri due figli; Nazzareno ed Erasmo.
Sembra che tutto proceda tranquillamente: il nuovo lavoro, la città in crescita, ma poi arriva la Seconda guerra mondiale. Adamo viene richiamato al fronte e la famiglia si sposterà tra l’Abruzzo e i monti Lepini. Con la fine del conflitto, la famiglia si ricongiungerà a Latina. I primi due figli maschi, Alfonso e Rodolfo, si dedicano agli studi e lavorano saltuariamente. Alfonso riuscirà a diplomarsi geometra, mentre Rodolfo otterrà il diploma in ragioneria.
Purtroppo, nei primi anni Cinquanta, Adamo sarà colpito da un ictus che lo renderà invalido. La vita dei suoi figli più piccoli subirà un brusco cambiamento. Ottorino e Mario saranno costretti a interrompere gli studi, e dopo le scuole elementari inizieranno a lavorare. Ottorino troverà impiego nell’officina del signor Di Nucci, originario di Priverno, mentre Mario lavorerà nella carrozzeria dell’abruzzese Quirino Fioravanti.
Successivamente, entrambi si trasferiranno nella carrozzeria di Guido Barsi, dove lavoreranno insieme anche al fratello minore, Nazzareno, pure lui costretto ad abbandonare la scuola. Dopo l’esperienza dai Barsi andranno a lavorare nella carrozzeria “Dolomite” di Narciso Carniel di Bolzano. Tuttavia Nazzareno, quando riceverà la lettera per la leva obbligatoria, deciderà di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri: proprio come il papà, entrerà nel reggimento a cavallo. Il suo comandante sarà Raimondo D’Inzeo, campione olimpico ai Giochi di Roma 1960 e due volte campione mondiale nel 1956 e nel 1960.
Nel frattempo, i due fratelli Ottorino e Mario si sposano, mentre Alfonso, con il suo diploma da geometra riesce ad ottenere un posto di lavoro presso l’Ufficio del Catasto di Latina. Ottorino però ha un sogno: aprire una carrozzeria tutta sua, un progetto che condivide con il fratello Mario. Un aiuto economico lo darà il fratello Nazzareno, che guadagna abbastanza per poter acquistare l’attrezzatura necessaria per aprire un’officina. Prima della firma triennale con l’Arma, su consiglio dei suoi due fratelli, Nazzareno deciderà di congedarsi.
Adamo morirà nel 1972, orgoglioso e soddisfatto di vedere i suoi figli sistemati dopo tanti sacrifici. Per ragioni di spazio, i tre fratelli carrozzieri acquistano un podere in via Dora Baltea, alle spalle del mulino Piattella. Lì faranno costruire, grazie a un consistente finanziamento, un grande capannone dal costruttore Giovanni Catavolo, e trasferiranno così la loro carrozzeria.
Il 1° aprile 1963 il sogno si avvera: i fratelli Fiorito apriranno la loro prima carrozzeria in via Marchiafava, nel quartiere delle case popolari. Nazzareno otterrà il congedo ufficiale qualche mese più tardi. A settembre dello stesso anno, Ottorino, Mario e Nazzareno inizieranno a lavorare insieme. Erasmo, invece, il più giovane dei fratelli Fiorito si diploma ragioniere e avvierà un’attività: la “Stilbagno”, in via Epitaffio, seguendo più o meno lo stesso percorso del fratello Rodolfo con “Progetto Casa”, in via Cesare Battisti. Entrambi lavoreranno nello stesso settore.
Oggi, Ottorino e Mario non ci sono più, e Nazzareno è in pensione. A proseguire l’attività della carrozzeria ci sono i figli di Ottorino, Francesco e Laura, che gestiscono l’impresa in cooperativa con due storici operai specializzati. Mentre le attività di Rodolfo ed Erasmo, dopo la loro scomparsa, sono seguite dai propri figli.
Nazzareno Fiorito ricorda i suoi genitori e le sorelle Irma e Fiamma
L’appuntamento con Francesco Fiorito è fissato nella sua carrozzeria. Conosco bene l’officina, perché vi portai la mia prima automobile, una Fiat Ritmo 65, dopo un piccolo incidente. Mio padre mi aveva sempre detto che i migliori carrozzieri di Latina erano i fratelli Fiorito. Nel corso degli anni ci sono tornato, fortunatamente, solo poche volte avendo avuto pochi incidenti.
Mentre Francesco inizia a raccontare, ammette di ricordare poco della storia familiare, essendo tra i più giovani dei Fiorito. Un po’ in difficoltà, chiama lo zio Nazzareno, che dopo una decina di minuti ci raggiunge in carrozzeria. Dopo il racconto chiedo a Nazzareno:
Un ricordo dei suoi genitori?
“Mio padre era una persona severa, come molti padri dell’epoca, ma con un animo nobile. Avrebbe voluto farci studiare tutti, ma purtroppo, a causa della sua malattia, fummo noi a dover aiutare a sostenere la famiglia. Mia mamma era molto più permissiva, una donna straordinaria. Proveniva da una famiglia benestante di proprietari terrieri. I suoi genitori non approvavano il suo matrimonio con mio padre, così decisero di fare la famosa fuitina, per metterli di fronte al fatto compiuto”
Invece le sue sorelle maggiori
“Irma era una brava sarta e lavorava da casa. Per un periodo si trasferì a Napoli, ma poi tornò a vivere con mia madre. Fiamma, invece, si dedicò unicamente alla sua famiglia dopo aver sposato Filippo Neri con il quale ebbe un figlio, Adelmo, che ora vive fuori Latina”
Con la storia della famiglia Fiorito, chiudo il 2024, un anno in cui vi ho raccontato più di cinquanta storie. Ringrazio di cuore tutti voi che mi seguite e che ogni domenica trovate il tempo di leggermi. Un ringraziamento speciale va anche a chi mi segue dall’estero, principalmente da: Stati Uniti, Svezia, Irlanda e da tanti altri paesi del mondo. Un grazie particolare a Marco Lodi e Giorgio Onori, che hanno creduto in me e sostenuto il mio blog sin dall’inizio. Vi auguro un buon fine anno e un felice 2025, con la speranza sia migliore per tutti.