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Natalino Riccio e quel rudere del 1200… ‘l’Antica Posta’ di Monticchio

Per costruire Littoria, era necessario un grande quantitativo di materiale edile, per cui vennero sfruttate le cave del territorio pontino. Le più importanti si trovavano a Monticchio, una piccola frazione a valle di Sermoneta, dove sorgeva una collinetta con una torre di guardia (Torre Petrara), voluta dai nobili Caetani nel XII secolo per proteggersi da eventuali nemici. Oggi è rimasta solo la torre, senza la collinetta, poiché quest’ultima venne scavata per ricavare il materiale per le costruzioni. Negli anni Trenta, Antonio Riccio giunse a Monticchio da Minturno con pochi denari; l’unica cosa che riuscì ad acquistare fu un rudere con una stanza e un grottino; era l’Antica Posta. Antonio, insieme al figlio Natalino, trasformò il rudere in un’osteria, che divenne la loro fortuna grazie alle centinaia di persone che lavoravano nelle cave, utilizzate anche per la costruzione dell’EUR.

A volte mi piace sconfinare e cercare personaggi al di fuori del centro della città; quello di cui vi sto per raccontare non è poi così distante, è la storia di un personaggio, anzi due, di Monticchio, frazione di Sermoneta, me l’ha  consigliata Barbara Zicarelli, figlia del pasticciere Lorenzo, di cui vi ho narrato la scorsa settimana. Barbara mi ha fatto da gancio con la sua amica Valentina Riccio, e così ci siamo sentiti. Siccome adoro le storie, ho deciso di incontrare Valentina.

Dopo aver ascoltato la storia di suo papà Natalino e di suo nonno Antonio, ho ritenuto fosse interessante da raccontare. Tra l’altro Monticchio, con le sue cave, è stato determinante per lo sviluppo della nostra città, ma non solo, perché il materiale edile per la costruzione dell’EUR arrivò proprio da quelle cave. Insomma, ogni dettaglio, ogni ricordo che emerge in queste conversazioni, contribuisce a costruire un quadro più completo e affascinante del nostro passato.

La storia di Natalino Riccio e di suo padre Antonio

Natalino Riccio nasce il 25 dicembre del 1932 a Minturno, in provincia di Roma (poi dal ’34 Littoria e infine Latina). È il settimo di dieci figli. Suo padre, Antonio, lavora per un grosso latifondista; controlla le sue terre girando a cavallo. Purtroppo perderà troppo presto la sua giovane moglie. Per dedicare più tempo ai suoi due bambini, sarà costretto a cambiare lavoro.

Per sopravvivere si dedica alla riparazione di ombrelli e piatti di coccio. Nel frattempo riesce anche a trovare un nuovo amore: nella sua vita entra Antonia, una ragazza dolce che si affeziona subito ai suoi due figli. Con lei ne avrà altri otto. Purtroppo, al nono parto perderà anche lei insieme al figlioletto.

Nel 1938, Antonio decide che è ora di cambiare aria, soprattutto per il bene dei suoi figli, perché a Minturno e dintorni, anche se in maniera minore, rispetto ai primi del Novecento, imperversano ancora i briganti e lui non vuole che i suoi figli prendano una brutta strada. Cerca quindi un luogo più tranquillo; non avendo molte disponibilità economiche, deve sapersi adattare. Inoltre, a Littoria, dove vorrebbe trasferirsi, mancano le case a causa delle troppe richieste.

Il rudere dell'Antica Posta di Monticchio

Facendo un giro a valle dei monti Lepini, Antonio trova un rudere del 1200, chiamato ‘Antica Posta‘, dove venivano consegnate le lettere dai messaggeri a cavallo. All’interno di quel luogo; un grottino e una stanza appena abitabile. La località si chiama Monticchio, situata a valle della medievale Sermoneta. Antonio valuta subito quel luogo, che si trova vicinissimo alle cave, dove lavorano centinaia di operai. Così decide di comprarlo ed abitare in quell’unica stanza con la sua numerosa famiglia.

Natalino Riccio

Intanto, ha imparato a fare i gelati, senza neppure l’uso della corrente elettrica. Compra il ghiaccio e, con un arnese per girare manualmente il gelato, lo prepara per venderlo nel suo grottino. È solo l’inizio: ben presto quel luogo lo trasformerà in una vera e propria osteria che chiamerà ‘Antica Posta’. Gli operai si fermano, dopo il lavoro, per bere un bicchiere di vino, accompagnato da un pezzo di formaggio.

Antonio Riccio con alcuni suoi nipoti all'Antica Posta

Il figlio, Natalino, dopo aver frequentato la seconda elementare, abbandona la scuola per aiutare il padre nell’osteria. A quattordici anni decide di lavorare nella cava di proprietà del signor Serangeli e del signor Pennacchi. A causa della sua piccola statura, fa molta fatica, ma non si arrenderà. Appena diventato maggiorenne, si attiva per ottenere la patente, compresa quella per la guida dei camion, poiché ha lasciato la cava e avviato un’attività di vendita di bibite, che consegna in tutti i ristoranti della zona.

L'eleganza di Mirella Cannella

Il 28 settembre del 1956, alla tradizionale festa di San Michele, Natalino, mentre è intento ad aiutare il padre a cucinare salsicce e braciole sulla griglia, incrocia lo sguardo di Mirella Cannella, una ragazza venuta con il padre da Velletri per cantare alla fiera, essendo una brava soprano. Oltre a incantare il pubblico, Mirella incanterà anche Natalino, che rimarrà estasiato. A causa della distanza tra loro, inizierà una storia epistolare.

Natalino e Mirella con i loro nove figli

Il padre di Mirella non approva quella relazione e immagina per la figlia un futuro nel mondo della lirica. Ma i due ragazzi si amano, e per metterlo di fronte al fatto compiuto, decidono di fare la classica fuitina. Il 17 luglio del 1957 si sposano e avranno ben nove figli: Elisa, Tiziana, Lorella, Fabio, Daniela, Simonetta, Monica, Stefano e Valentina.

Natalino Riccio all'opera sulla griglia dell'Antica Posta

Mentre Antonio continua a lavorare nell’osteria, Natalino amplia l’attività all’ingrosso con tanti altri prodotti, per servire, oltre ai ristoranti della zona, anche quelli dei paesi limitrofi: Sermoneta, Norma, Bassiano e Doganella. Nel tempo libero, aiuta il padre a cucinare sulla griglia e a portare a tavola le pietanze. Prima di morire, Antonio regalerà la licenza a Natalino, poiché è l’unico che lo ha sempre aiutato, mentre tutti gli altri figli hanno scelto strade diverse.

Monticchio: clienti all'Antica Posta anni '70

Dopo la morte del padre, Natalino trasformerà l’osteria in un vero e proprio ristorante, mantenendo però le tradizioni avviate dal padre: carne alla brace, pasta rigorosamente fatta a mano e, infine, la pizza, preparata dalle mani esperte di sua moglie Mirella. Nel 1977, aprirà anche un’altra trattoria, che chiamerà ‘Valentino‘ (oggi Taparita), poiché la moglie aspetta il nono figlio e tutti pensano sia un maschio. Alla fine, però, sarà una femmina e verrà chiamata Valentina.

Mirella con l'ultima figlia Valentina

Portare avanti due attività non è semplice, e quindi, dopo quattro anni, Natalino cederà il ‘Valentino‘ per concentrarsi esclusivamente all’Antica Posta. Nel 2008 dopo settanta anni chiuderà l’attività; i suoi figli non hanno alcuna intenzione di portarla avanti. Dopo una breve malattia, Natalino morirà il 21 aprile 2014. Sarà proprio l’ultima figlia, Valentina, a riaprire il ristorante per proseguire la tradizione avviata dal nonno e dal papà, nonostante provenga da un passato da ballerina professionista per diversi programmi televisivi.

L’incontro a Monticchio con Valentina, la mamma Mirella e la sorella Lorella         

È mezza mattina quando arrivo a Monticchio. Sembra di essere in un paese del vecchio West: nessuno per strada e silenzio assoluto. Poi c’è quella torretta in alto che sembra sorreggersi magicamente. Ci manca solo la colonna sonora di Ennio Morricone, e l’ambientazione potrebbe essere perfetta per un film di Sergio Leone. Insomma, il paesaggio mi intriga molto. Poi ecco l’Antica Posta. Ad attendermi ci sono le figlie e la moglie di Natalino: Valentina, Lorella e Mirella.

Valentina, tu non avevi mai lavorato con tuo papà?

“No, ho fatto tutt’altro. Ho iniziato a studiare danza a cinque anni. Ho proseguito fino ad arrivare a ballare in diversi programmi televisivi della Rai, tra i più importanti: Domenica In, Beato tra le donne, La sai l’ultima e tanti altri. Ho anche lavorato in programmi di Mediaset e SKY, in videoclip musicali e in diversi film”

Cosa diceva tuo papà di quello che facevi?

“Era orgoglioso di me. E poi ero la più piccola e quindi la cocca di tutti”

Tuo papà aveva altri interessi oltre al lavoro?

“Mio padre era una persona molto socievole, amava stare in mezzo alla gente e raccontare barzellette. Per il resto era solo lavoro e famiglia”

Perché hai deciso di fermarti e proseguire l’attività di tuo papà?

“Quando è venuto a mancare mio padre ho avvertito il richiamo della famiglia e poi ero stanca del mio lavoro. Avrei potuto insegnare danza, ma ho preferito dare seguito all’attività in cui mio padre ha dedicato tutta la sua vita. Ho mantenuto la tradizione culinaria dell’Antica Posta, introducendo però spettacoli di musica live”

Chi si occupa della cucina?

“Mia sorella Lorella, mentre io mi occupo dell’organizzazione della sala”

Signora Mirella, mi dica qualcosa di suo marito

“Mio marito era una persona simpatica, mi ha corteggiato tutta la vita. Organizzava sempre le mie feste di compleanno e mi mandava spesso i fiori. Mi faceva anche tanti regali. Siamo sempre andati d’accordo. Insomma un matrimonio ben riuscito”

Valentina Riccio

Con il suo impegno, Valentina ha saputo fondere il passato e il presente, mantenendo viva la tradizione arricchendola con nuove esperienze. È il suo modo di onorare l’eredità di Natalino e di Antonio, portando un nuovo respiro in un luogo che, da piccolo rudere, è diventato il cuore pulsante di Monticchio sotto quella torre che una volta proteggeva la valle. Poi dicono che non abbiamo storia.

Purtroppo, la signora Mirella, già sofferente di cuore da diverso tempo, ci ha lasciato in queste ore. Ho avuto la fortuna di conoscerla e di ascoltare la storia della sua famiglia. In lei ho trovato una donna dolce, appagata dalla vita: una vita serena accanto al suo amato marito e circondata dall’affetto dei suoi nove figli. Prima di morire, ha aspettato che tutti e nove la raggiungessero in ospedale, dove era ricoverata, per poter andare in pace. A volte, il destino non è così crudele. Un grande abbraccio a Valentina e a tutti i suoi cari.

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