Uno dei primi attori di Latina fu Marco Guglielmi, al quale dedicai uno dei miei racconti all’inizio del percorso di memoria storica della città. Guglielmi girò più di ottanta film, ma in pochi lo ricordano. Da quegli anni Cinquanta, diversi artisti di Latina hanno calcato palcoscenici importanti nel mondo del teatro e del cinema. Tra le attrici teatrali più rilevanti c’è da annoverare Lina Bernardi. Oltre che grande attrice, anche scopritrice di tanti giovani talenti, in un mondo spesso poco generoso. Erano i magici anni Ottanta, quando Lina scoprì il giovane pontino Tullio Sorrentino e lo esortò, dopo averlo visto recitare, a continuare con il teatro. Negli anni il percorso si è ampliato con le fiction, film e cortometraggi. In questi mesi è impegnato con la sesta stagione di Rocco Schiavone.
Non sono appassionato di serie tv e fiction, adoro il cinema e il teatro, passione trasmessa da mio padre. Però c’è una serie tv che seguo da tempo, ed è l’unica: “Rocco Schiavone”. Mi piace il personaggio creato dalla penna dello scrittore Antonio Manzini, trasformato poi, con grande successo, in serie tv dal regista Simone Spada. È la storia di un vicequestore, poco convenzionale, interpretato da un magistrale Marco Giallini.
Rocco Schiavone è un poliziotto dal passato non proprio limpido. Nato a Trastevere, cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici del cuore, Sebastiano (Francesco Acquaroli), Furio (Mirko Frezza) e Brizio (Tullio Sorrentino). Per necessità diviene poliziotto e pure bravo, anche se ricorre a metodi al limite della legalità. L’amicizia profonda con gli amici storici continuerà, nonostante siano dall’altra parte della barricata. Uno di questi, Brizio, è interpretato dall’attore di Latina Tullio Sorrentino.
Tullio l’ho conosciuto personalmente dopo la proiezione del cortometraggio “Sei sicuro che la ami?” in cui è protagonista. All’uscita del teatro D’Annunzio l’ho visto fumare una sigaretta in solitudine e con un po’ di faccia tosta mi sono presentato e gli ho prospettato l’idea di raccontarlo. Ho notato in lui un po’ di perplessità, come se fosse strano il mio interesse alla sua storia.
Dopo la piacevole chiacchierata ci siamo scambiati i contatti. Dato che l’estate la trascorre nel suo chiosco al Lido di Latina, il ”Totem”, non mi è stato difficile intervistarlo.
La storia di Tullio Sorrentino dall’albergo il Gabbiano all’accademia “Silvio D’Amico”
Tullio Sorrentino nasce a Napoli il 23 aprile del 1965, secondo di sei figli. Cinque maschi, Pietro, Tullio, Giancarlo, Alessandro, Simone, e una femmina, Giuseppina. Il papà, Taddeo, è un albergatore. Gestisce due alberghi a Paestum, in provincia di Salerno. La mamma, Luisa, si occupa della famiglia, ma è anche una brava cuoca. Taddeo per il suo lavoro è sempre fuori, ma lo sarà ancor di più, quando verrà chiamato come direttore al primo villaggio Valtur aperto a Ostuni, in Puglia. Tullio frequenterà le elementari tra la Puglia e la Campania.
Un giorno il padre, tornando a casa, non viene riconosciuto dal terzo figlio, così pensa che è arrivato il momento di fermarsi e cambiare vita. Latina rappresenta una buona occasione. C’è un albergo sul lungomare, Il Gabbiano. Quello è l’unico lavoro che sa fare bene e la moglie potrà aiutarlo sfruttando le sue doti di cuoca. Nel 1976 arrivano a Latina. Le scuole medie le frequenta a Borgo Sabotino e le superiori in città, all’Istituto Salvemini nel vecchio ospedale.
Tullio inizia a recitare nella sua scuola. Si iscrive al corso organizzato dal professore Gaetano Vollono fondatore della compagnia teatrale, Il Sipario. Più che studiare ragioneria, a lui piace recitare. Ogni fine anno scolastico il prof organizza uno spettacolo. Le esibizioni si recitano al teatro dei preti dell’Immacolata. Nell’ultimo anno, alla recita, viene notato dall’attrice di Latina Lina Bernardi che gli consiglia di iscriversi all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico. Seguirà il suo prezioso consiglio.
Dopo tre anni, più uno di specializzazione, nel 1988, consegue la laurea con il massimo dei voti, che non ritirerà mai per scaramanzia. Ancora studente conosce Andrea Camilleri e reciterà in qualche sua opera, come “Il trucco e l’anima”, “Schegge”, “Emigranti”, “The knack”. Con lo scrittore siciliano stringerà una profonda amicizia, sarà pure testimone delle sue nozze, quando nel 1993 sposerà la sua prima moglie Enza, una ragazza di Sermoneta conosciuta ai tempi della scuola e dalla quale avrà la figlia Elettra.
Finita l’accademia, Tullio si perde e vive ai limiti. Farà esperienze sbagliate, per poi ritrovarsi di nuovo e riprendere in mano la sua vita. Nella recitazione abbraccerà il metodo Stanislavskij, perché ama il realismo. Il metodo si basa sull’approfondimento psicologico del personaggio e quindi, sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio stesso e quello dell’attore. Di quel periodo particolare farà tesoro dei suoi errori, e lo sfrutterà nella recitazione.
Lavorerà con vari registi come Luca Ronconi, Roberto Guicciardini, Andrea Camilleri, Mario Missiroli, Massimo Castri e tanti altri. Girerà nei teatri più importanti d’Italia per quattordici anni. Poi stanco del lungo peregrinare, tornerà a lavorare nell’albergo di famiglia, che intanto, dopo la morte del papà, ha cambiato nome: da il Gabbiano a Hotel del Sole.
Però il richiamo della recitazione è troppo forte. Nel 1999 lo chiama il regista Damiano Damiani, per una miniserie tv: Ama il tuo nemico. Il regista lo chiamerà anche nel 2000, come coprotagonista, per il film Alex l’ariete con l’esordiente Alberto Tomba e Michelle Hunziker. Il film sarà considerato il più brutto della storia del cinema italiano. Nonostante ciò, Tullio continuerà ad essere scritturato in tantissime altre fiction con ruoli diversi. In alcune anche da protagonista di puntata.
A oggi sono circa ottanta le sue partecipazioni tra teatro, cinema, serie tv e fiction. Ma la notorietà maggiore la sta avendo con le stagioni di Rocco Schiavone, trasmesso anche negli Stati Uniti, Germania, Russia, Ucraina e Argentina. Il personaggio interpretato da Tullio, Brizio, pare essergli stato cucito addosso. Nonostante sia originario di Napoli e vissuto a Latina, recita in romanesco, grazie a quel realismo che lo porta a immergersi totalmente nel personaggio.
Tra pochi giorni volerà in Argentina, a Buenos Aires, per girare l’ultima puntata della stagione numero sei di Rocco Schiavone. Nel frattempo lavora, come ogni estate, insieme ai suoi fratelli, nello stabilimento balneare il Totem sul lungomare di Latina. Aiutato dalla compagna Iwona Dros, pittrice di origine polacca, e dai suoi figli avuti con lei, Samuel e Sonia.
L’incontro con Tullio Sorrentino al Totem
È mezza mattina quando arrivo al Totem, Mi avvicino al bancone e Tullio mi chiede di cosa ho bisogno. È evidente che non mi ha riconosciuto. Il suo sguardo mi ricorda il personaggio che interpreta in Rocco Schiavone e mi viene quasi un brivido. Gli ricordo dell’appuntamento e si scusa. Ci accomodiamo sotto il pergolato e la mia prima intervista sulla spiaggia di Latina, accompagnata dal rumore del mare, è appena cominciata.
Tullio, quando ti è venuta la passione per la recitazione?
“Ricordo che alle scuole elementari mi divertivo a inventare le storie. Coinvolgevo tutti i miei compagni di classe: facevo il regista e l’attore. Poi alle superiori ho tirato fuori quel sogno che avevo da bambino”
Stai continuando con il teatro?
“Un po’ meno. Recito solo se capitano turné brevi. L’ultimo lavoro, due anni fa con Corrado Tedeschi”
Hai lavorato con qualche regista pontino?
“Per la parte teatrale ho lavorato con Renato Chiocca e Clemente Pernarella, mentre in quella cinematografica con Gianfranco Pannone”
Hai un aneddoto con il tuo amico Camilleri?
“Mi capitò di recitare in una puntata di Montalbano, Le ali della sfinge, nel 2008. Allora lo chiamai dicendogli che avrei interpretato Pino. Lui mi disse e chi è Pino, ne ho scritti così tanti di personaggi che non li ricordo nemmeno. Ci facemmo una risata”
Di Latina cosa mi dici?
“Sono affezionato a Latina; ci sono tutti i miei compagni di scuola ed è bello incontrarli. Però l’ho frequentata poco perché, vivendo al mare anche d’inverno, i collegamenti con la città erano difficili”
L’ultima puntata di Rocco schiavone la girerete a Buenos Aires, come mai?
“Perché stiamo cercando Sebastiano, “l’infame”, interpretato da Francesco Acquaroli, ma non ti dico il finale”
Non voglio saperlo. Il finale me lo voglio gustare sul mio divano. Quando andrà in onda?
“L’inverno prossimo”
Tullio Sorrentino oltre che attore è anche regista di cortometraggi e sceneggiatore. Ha vinto, nel 2000, il premio come migliore attore protagonista al festival del cortometraggio di Ceprano con il corto Gruppo di famiglia in un interno di Antonio Manzini e il premio come miglior attore non protagonista nel 2009 al Wirral International Film Festival di Liverpool con il corto “Il principiante” di Renato Chiocca.
Nel 1999, con lo spettacolo teatrale Trilogia dello sport ha vinto il premio della critica e del pubblico nella Rassegna Ennio Coltorti a Roma. Nel 2022 con il cortometraggio “Giustizia all’italiana- Actus Reus “ di Julian Grass, vince il premio miglior attore al Parma Film Festival. Sempre nel 2022 con il cortometraggio “La Congiura “, scritto e diretto da sé stesso, vince il premio miglior regia al Sila Film Festival, nello stesso anno in occasione della III edizione del “Premio alle Arti” gli viene conferito un premio alla carriera.
Questa è la Latina talentuosa che amo raccontare.