A Latina, quelli della mia generazione, ma pure quelli prima della mia, hanno vissuto con la speranza di vedere realizzati alcuni progetti, che avrebbero potuto essere decisivi per il futuro della città. Purtroppo non è accaduto: sono solo sogni rimasti nel cassetto… chissà in quale. Non farò l’elenco perché sarebbe deprimente. Però, un progetto venne effettivamente realizzato. Nella metà degli anni Cinquanta, il commendatore Salvatore Cimaglia, inaugurò le Terme di Fogliano. Quell’impianto termale, sicuramente, avrebbe potuto cambiare le sorti della nostra città e del nostro lido. Purtroppo durò solo un paio di anni. Poi entrò in ballo la politica e tutto svanì nel nulla. Il termoidraulico e stagnaro Luigi Coletta, fu uno dei realizzatori delle tubature di quella struttura situata a Capo Portiere. Vi racconto la sua storia.
Immaginare Latina come sarebbe stata se alcuni progetti fossero stati realizzati, mi fa rabbia, ma pensare a un progetto realizzato e funzionante, poi chiuso per sconosciuti motivi, o forse fin troppo noti alla politica di allora, mi fa ancora più rabbia. Nella metà degli anni Cinquanta vennero realizzate le Terme di Fogliano. Il getto d’acqua solforosa bollente, ad alta pressione, fu scoperto a cento metri dalla spiaggia, durante una trivellazione per conto dell’Eni in cerca di gas e petrolio.
Nel 1951, dopo attente analisi, il professore Mario Talenti, dell’Istituto Igiene di Roma, scoprì la straordinaria composizione organica di quell’acqua termale. Venne considerata tra le migliori del territorio nazionale e addirittura d’Europa. L’impianto termale venne poi aperto nel 1955 dal commendator Salvatore Cimaglia. In molti ebbero benefici, dopo le cure termali: tra loro, mia nonna Esterina che soffriva di forti mal di schiena.
Il medico le consigliò di fare i fanghi e mio nonno Emilio, per un periodo, la portò a curarsi con la sua Vespa a Capo Portiere alle Terme di Fogliano. Dopo quei fanghi, mia nonna guarì da quei fastidiosi dolori. Passati circa due anni, lo stabilimento venne chiuso cautelativamente, in seguito alla morte improvvisa, per cause naturali, di un’anziana veneta, dopo essere stata in cura nel plesso termale. Da quel momento le Terme di Fogliano chiusero i battenti, portandosi dietro tutti misteri che avvolgono quella storia.
Un interessante libro, al riguardo, lo pubblicò nel 2017 l’amico giornalista e scrittore Paolo Iannuccelli, dal titolo: “Le Terme di Fogliano, il sogno di Luigi Coletta”. Qualche settimana fa ci siamo incontrati e gli ho espresso il desiderio di raccontare la storia del termoidraulico Luigi Coletta, che realizzò insieme a un’altra decina di operai la parte idraulica delle terme. Così ho potuto contattare la figlia Oriana. Ed eccomi qua a raccontare un’altra figura importante della storia di Latina.
La storia di Luigi Coletta: l’idraulico e stagnaro delle Terme di Fogliano
Luigi Coletta nasce il 2 luglio del 1937 a Solopaca, in provincia di Benevento. Primogenito di Luigi e Maria, agricoltori benestanti che producono olio e vino. In realtà il nome del neonato è Mario, ma dopo due mesi dalla sua nascita, il papà, per un incidente nella sua cantina, muore fulminato da una scarica elettrica. La mamma deciderà così, di chiamarlo come il suo giovane marito appena deceduto.
Maria è giovanissima ed avrà l’occasione di rifarsi una vita con Giuseppe Forgione, da tutti chiamato Peppe, suo compaesano. Si sposeranno in seconde nozze e quel bimbo, Peppe, lo amerà come fosse suo. Con Maria avrà successivamente altri due figli, Martino e Lidiana. La vita scorre serena, abitano nel centro del paese, mentre il lavoro della loro masseria è a Paupisi, un piccolo paesino a pochi chilometri da Solopaca.
Il piccolo Luigi è un bambino estroverso, ma anche molto irrequieto. La mamma per dargli una lezione si accorda con il maresciallo del paese e lo fa arrestare per finta, ma l’irrequietezza di Luigi non cambierà mai. Arrivano gli anni della guerra e anche la zona beneventana non è più tanto sicura. Peppe decide di andare in esplorazione nella nuova città di Littoria, dove ha dei parenti e qualche compaesano: la guerra lì non è ancora arrivata. Una mattina parte, portando con sé Luigino sulla canna della bicicletta. Direzione: Agro Pontino.
Ci vorranno due giorni per arrivare: rischiando anche molto per via dei bombardamenti angloamericani. All’arrivo a Littoria verranno ospitati dai parenti di Peppe in un sottoscala delle case popolari. Peppe si improvviserà ciabattino: mestiere che ha imparato da ragazzino, mentre Luigi si appresta a frequentare la prima elementare a Piazza Dante. Le giornate trascorrono spesso nel rifugio antiaereo tra un allarme e l’altro. Finita la guerra verranno raggiunti anche dal resto della famiglia.
Terminata la quinta elementare, Luigi inizierà subito a fare piccoli lavoretti, poi, come apprendista nella ditta idraulica di Erico Pitton. Il padre, nel 1950, con molti sacrifici acquista un’Apetta e va a vendere detersivi e varichina casa per casa, il figlio, quando può, gli dà una mano. L’irrequieto Luigi è considerato il leader e capobranco dei ragazzi del quartiere delle case popolari, con loro spesso si scontra con quelli del centro della città, figli della medio borghesia di Latina, resteranno memorabili le scazzottate tra quei due gruppi di ragazzi.
Intanto sta imparando bene il mestiere. Con lui lavora il suo amico di sempre, Antonio Loggia, si conoscono da bambini perché provengono dallo stesso paese, Ma a Latina non sono gli unici: ci sono altre dieci famiglie di Solopaca ed è un po’ come sentirsi a casa. A sedici anni Luigi decide di lasciare il lavoro per arruolarsi nella Marina Militare. Sarà imbarcato per molti mesi su una nave da guerra: nel 1954 tornerà a Latina.
Per un breve periodo ritorna a lavorare da Erico Pitton, che ha preso l’appalto dal commendatore Salvatore Cimaglia, per la realizzazione dell’impianto idraulico delle Terme di Fogliano. Per Luigi sarà l’ultimo lavoro come dipendente, ma ci tiene molto a fare bella figura con Pitton, a cui deve la sua formazione. E poi si rende conto che sarà un lavoro importante e che potrebbe portare benefici a tutta la città. Ogni mattina si reca in bicicletta, fino a Capo Portiere, insieme ad un’altra decina di operai.
Tutti, con grande impegno, si prodigheranno per terminare i lavori e dare la possibilità al commendator Cimaglia di inaugurare, il prima possibile, il piccolo plesso termale. Terminato quel lavoro, che porterà nel cuore con orgoglio, per tutta la vita, Luigi si metterà in proprio. Non ha nemmeno vent’anni, ma con l’esperienza acquisita si sente pronto per aprire una ditta di termoidraulica tutta sua.
Tra l’altro ha ereditato, dal padre naturale, una bella somma di denaro, che la mamma gli ha conservato fino al compimento dei diciotto anni. Luigi vuole migliorare anche la sua cultura: si iscriverà alla scuola serale per prendere il diploma di terza media. Alla fine degli anni Cinquanta conosce Celeste (Elisa) Leggiero, originaria di Santi Cosma e Damiano, piccolo paese del sud pontino. Nel 1961 convoleranno a nozze e avranno poi tre figli: Maria Teresa, Oriana e Gino.
Oltre a mandare avanti la sua ditta di termoidraulica, si dedicherà pure al supporto per gli altri artigiani di Latina e provincia. Facendo parte della Cassa Mutua Artigiani, sosterrà la nascita, all’interno della stessa, della Cooperativa Artigiana di Garanzia che, tutt’oggi, sostiene finanziariamente la maggior parte degli artigiani del territorio pontino. Luigi sarà presidente della cooperativa dal 1958 al 1994, a titolo gratuito. Non essendo più artigiano, ma grossista, nel’94 la presidenza passerà ad Antonio Loggia. Luigi, però, resterà presidente onorario a vita.
Negli anni Ottanta, sarà nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Luigi Coletta verrà a mancare il 15 aprile del 2017 all’età di ottant’anni. Nel giorno del suo funerale, la chiesa Santa Rita non riuscirà a contenere la folla, intervenuta per rendergli l’ultimo saluto.
L’incontro con Oriana Coletta
Oriana Coletta è la responsabile amministrativa della cooperativa, nata grazie a suo papà Luigi. L’ho incontrata proprio in quella sede che affaccia su Piazza del Popolo:
Oriana raccontami qualcosa di tuo papà
“Mio padre, come tutti i genitori dell’epoca, con noi figli era abbastanza rigido, soprattutto per l’educazione e per gli orari che dovevamo assolutamente rispettare. Non erano contemplati tatuaggi, smalti vistosi e minigonne, per il resto era un papà amorevole. Aveva un carisma unico: riusciva a calamitare le persone. Era socievole e solare ed anche molto disponibile verso gli altri. Ricordo che non saltava mai un convegno: gli piaceva partecipare alla vita cittadina”
Il giornalista Paolo Iannuccelli dice di lui:
“Luigi era una persona straordinaria. L’ho frequentato negli ultimi sette anni di vita ed è nata una profonda amicizia. Era un grande lavoratore: partito da zero si era fatto da solo. Sempre positivo e speciale aggregatore sociale. Ha sempre creduto nelle potenzialità di Latina. Le terme sono state il suo pallino, ma anche il suo cruccio. Purtroppo non ha avuto il tempo di leggere il mio libro, da lui ispirato”
Luigi Coletta, che ho avuto la fortuna di conoscere, ha vissuto tutta la vita con la speranza che le terme tornassero a funzionare, speranza che abbiamo avuto un po’ tutti noi di Latina. Purtroppo non è andata così… Restano i tanti misteri, che rimarranno tali. Ma restano anche le testimonianze di chi, in quelle terme, ha tratto benefici.
Ringrazio l’amico Paolo Iannuccelli. Molte notizie e immagini le ho attinte dal suo prezioso libro.