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Otello Antognini storia di guerra e sacrifici: il suo “Bar Vittoria” compie 70 anni

Oggi lo sport più diffuso è quello del lamentio, ma se si conoscesse meglio la storia della prima metà del Novecento, sicuramente ci compiangeremmo meno… Due guerre mondiali e crisi del ‘29 produssero morti, fame e distruzione. Eppure le famiglie continuavano a fare tanti figli, sfamati ovviamente con difficoltà. I bambini, dopo la quinta elementare, divenivano forza lavoro. Oggi sarebbe sfruttamento minorile, a quei tempi, invece, necessità da cui non si poteva prescindere. Molti di quei bambini divennero imprenditori e artigiani capaci, che diedero lavoro alle generazioni successive. È vero, il mondo è andato avanti ed è tutto migliorato, ma i sacrifici di quei ragazzini andrebbero insegnati nelle scuole. Per questo voglio raccontarvi la storia di Otello Antognini che, dopo varie peripezie e sacrifici, arrivò a Latina e finalmente ebbe il suo riscatto.

Se prima ci lamentavamo solo nei bar, dai barbieri, dai parrucchieri, nei negozi… oggi le lamentele corrono soprattutto nel web. È un continuo lamentarsi per ogni cosa. Di questi tempi dovremmo ritenerci fortunati di vivere qui e non altrove. Pare abbiamo dimenticato i racconti dei nostri nonni e dei loro grandi sacrifici, dopo aver vissuto due guerre mondiali. Loro sì, che hanno conosciuto la vera fame.

I sacrifici di quelle generazioni andrebbero raccontati ai nostri giovani. Storie di persone che, sin da bambini, iniziarono a lavorare nei campi o nelle botteghe per imparare un mestiere, e portare a casa qualche soldo per aiutare la famiglia. Chi segue i miei scritti, sa di quanti personaggi ho raccontato partiti da zero. Storie diverse, ma il filo conduttore è lo stesso: fame, sacrifici e voglia di riscatto.

Bruno Antognini con la moglie Pina e i figli Marco e Alessia nel loro Bar Vittoria

Quando penso di aver finito i racconti, ecco arrivarne un altro e poi un altro ancora… e per me è sempre un’ emozione. Mentre giravo sui social ho letto un post di Bruno Antognini: <<Bar Vittoria 1954 – 2024 70 anni di attività… Eroi!!!>>. Dio solo sa quanto adori scovare le attività storiche: quindi ho contattato Bruno e mi ha spiegato che il bar era stato aperto da suo papà, Otello Antognini, nel lontano 1954. Così ho pensato di aggiungere un altro tassello alla storia della nostra cara Latina.

La storia di Otello Antognini tra guerra distruzione e rinascita

Otello Antognini nasce ad Ancona il 23 maggio del 1916. Primo di tre figli. Il papà Cesare fa il fornaio. Ad Ancona possiede due forni. Ma la sua passione sono le opere liriche, tanto da chiamare il primo figlio, Otello, e le altre due figlie, Desdemona e Fedora, con beneplacito della moglie Caterina. Otello dopo le scuole elementari inizia a lavorare nei forni del padre. Certo, quello del fornaio è un lavoro molto sacrificante, ma a lui non pesa: è un grande lavoratore.

Da giovane conosce Egle Coscelli, una ragazza della sua stessa città. Hanno iniziato ad amoreggiare, ma la leva militare li farà dividere presto. Otello verrà arruolato nella Marina Militare e assegnato al Battaglione San Marco. Nel 1937, si imbarcherà a Genova a bordo della nave “Conte Biancamano”. Sarà un lunghissimo viaggio: destinazione il mare di Bohai e attracco nel porto di Tientsin, in Cina. Città dove vi è un possedimento coloniale italiano, amministrato dal Regno d’Italia. Per due anni Otello rimarrà in Cina con il suo battaglione per aiutare gli alleati giapponesi in guerra con la Cina.

Cina 1937 Otello Antognini in primo piano a dx e sullo sfondo due militari giapponesi

Al suo ritorno passerà un anno relativamente tranquillo. Ma l’Italia, il 10 giugno del 1940, entrerà in guerra e Otello dovrà imbarcarsi di nuovo. Questa volta per la Francia a Bordeaux, in una base di sommergibili. Nella città francese rimarrà fino all’8 settembre del 1943, data dell’armistizio: poi sarà fatto prigioniero dai tedeschi.

1937 In alto al centro Otello Antognini sul fortino italiano in Cina

Ad agosto del 1945, finalmente, verrà liberato. Al ritorno ad Ancona, la triste scoperta: i suoi famigliari sono morti sotto i bombardamenti e i due forni totalmente distrutti. Sana e salva, invece, Egle, che ha sposato per procura durante il periodo bellico.

1936 A dx Otello Antognini con la divisa della Marina Militare "Battaglione San Marco"

L’arrivo a Latina

Otello si ritrova solo e senza più nulla. Fortunatamente, trova subito lavoro in una azienda che sistema motori delle auto da revisionare. Ma la sua vita sta per cambiare. La sorella di Egle, Vittoria, ha sposato Bruno Lorenzoni. Bruno, proviene da un’esperienza africana: durante il periodo coloniale ha aperto un bar nella città di Harar, in Etiopia. Ma dopo la fine della guerra sarà costretto a tornare in patria.

Bruno, con la moglie Vittoria, decide di trasferirsi a Latina e, nel 1948, apre la Taverna Azzurra, in uno dei seminterrati del Palazzo M, nell’ala rimasta intatta dopo le cannonate arrivate dal mare, dagli americani, durante lo sbarco di Anzio. Nel 1950, lasceranno la taverna per prendere in gestione il bar del Circolo Cittadino, ma Bruno ha bisogno di una persona di fiducia. Chiamerà il cognato Otello, il quale non si farà pregare. Partirà per Latina, con Egle e la figlioletta Simonetta. Nasceranno poi a Latina, Mara e Bruno.

Latina anni '60 Piazza del Popolo, Bruno Lorenzoni con il nipotino Bruno Antognini

Nel 1954, Bruno riuscirà a trasferire a Latina la vecchia licenza del Bar Nazionale, aperto in Etiopia prima della guerra, ma dovrà cambiare nome, perché la parola “Nazionale” richiama troppo l’era fascista. Il nome sulla licenza verrà sostituito con “Vittoria”, nome della moglie. Nello stesso anno Bruno e Otello lasceranno il Circolo Cittadino e apriranno in società il Bar Vittoria, sulla circonvallazione, in viale XVIII Dicembre, quasi all’angolo di Corso della Repubblica.

Latina 1954 Bar Vittoria in viale XVIII Dicembre

Il bar è molto grande. Ci sono i biliardi, una sala per fare feste e rinfreschi aziendali, ma soprattutto c’è una novità assoluta: un televisore. La sera in molti si riuniscono per vedere quella scatola magica trasmettere le prime trasmissioni Rai. Il posto è strategico: difronte c’è la concessionaria Fiat Varal di Fernando Bassoli, primo sindaco di Latina, dove lavorano molti operai, che giungono dai vari paesi dei monti Lepini. Nelle pause vanno spesso da Bruno e Otello. Ma è frequentato anche dai dirigenti dell’Uniroyal che hanno la sede sopra il bar.

La signora Egle intenta a preparare un caffè nel Bar Vittoria in Corso della Repubblica

È un bar di quartiere, ma l’intuizione di inserire il Totocalcio, uno dei primi a offrire questo servizio a Latina, farà affluire persone provenienti da ogni parte della città. Insomma, le cose vanno alla grande e i due cognati sono più che soddisfatti. Bruno però nel 1968 muore e il bar e la licenza passeranno a  Otello. Nel lavoro sarà aiutato da Vittoria, Egle e dalla sua prima figlia Simonetta. Più avanti anche dal figlio Bruno, che prenderà le redini del bar, quando, nel 1983, Otello andrà in pensione.

Nel 1986, Bruno riceverà una comunicazione da parte del proprietario per la risoluzione del contratto di affitto, perché il palazzo dovrà essere demolito per una nuova costruzione, che non avverrà mai. Bruno, a malincuore, lascia il locale e ne trova uno più piccolo nelle vicinanze, in Corso della Repubblica, difronte l’ex mattatoio. Non sa che proprio lì, nel 2001, per sua fortuna, arriverà l’università con la facoltà di Medicina.

Nel 2014 maxi vincita al Bar Vittoria

Purtroppo Otello non lo saprà mai: verrà a mancare il 3 marzo del 1996, dopo una vita di guerra, prigionia, lutti, sacrifici… ma ripagati con tante soddisfazioni. Il Bar Vittoria in questo 2024 ha compiuto settant’anni. Bruno e la moglie Pina sono sempre lì ad accogliere le persone con la cortesia che, da sempre, contraddistingue la famiglia Antognini. Tra l’altro il Bar Vittoria è anche un bar fortunato. Qualcuno, nel 2014, con un Eurojackpot si è portato a casa settecento novantadue mila euro.

L’incontro con Bruno Antognini al Bar Vittoria

Personalmente non ci conoscevamo, anche se siamo della stessa generazione. Abbiamo scoperto però, di aver avuto la stessa ostetrica che ci ha fatto nascere, la mitica Maria Cocco. E questo mi è bastato per entrare in empatia con Bruno.

Bruno, un ricordo di tuo papà?

“Lo ricordo sempre elegante, mai un giorno senza radersi, quando vedeva me con un filo di barba mi rimproverava.”

Che tipo era?

“Papà era una persona solare e amava parlare con la gente. Parlava spesso, con nostalgia, del periodo passato nel Battaglione San Marco e della Cina. Si meravigliava che la stampa e i libri di scuola si fossero dimenticati di quelle missioni militari in terra cinese. Non ne faceva un fatto ideologico, per lui la Patria era tutto. Pensa che non ha mai saltato un raduno con i suoi commilitoni. Continuò ad andare anche dopo la morte di mia mamma. Per lui, nonostante le disgrazie e le tragedie della guerra, è stato un periodo di grande formazione, soprattutto i due anni in Cina”

Bruno, Vittoria, Otello ed Egle: erano molto legati?

“Moltissimo. I miei zii non avevano figli e hanno sempre vissuto insieme a noi, prima nell’appartamento di via Oberdan, nel palazzo Ferrazza, e poi in via Isonzo”

Tu hai due figli, pensi che proseguiranno questa attività?

“Assolutamente no, sia Marco che Alessia hanno scelto strade professionali diverse e ne sono felice perché il bar richiede grandi sacrifici

Cina 1937 Otello Antognini in un momento di tranquillità strimpella la chitarra

Però che storie affascinanti e incredibili nasconde Latina, alcune mi costringono pure a studiare… Sinceramente, dei possedimenti italiani in Cina non ne sapevo proprio nulla.

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