In ogni comunità ci sono persone che brillano per la loro generosità verso gli altri, figure spesso inaspettate che compiono gesti nobili. Latina, fortunata in questo, ha avuto diversi mecenati. Tra tutti spicca la famiglia Porfiri, emblematici benefattori che hanno lasciato un segno indelebile nella città, con la donazione del padiglione oncologico intitolato al figlio Giorgio, tragicamente scomparso nel 1963 in un incidente stradale sulla vecchia Pontina. Ma ora lasciamoci alle spalle la pianura e dirigiamo la nostra attenzione verso i monti Lepini, precisamente a Bassiano, un luogo dove il senso di comunità si fa particolarmente vivo, come accade solo nei piccoli paesi. Qui, voglio raccontarvi la storia di un farmacista che ha saputo intrecciare la sua esistenza tra Latina e la sua amata Bassiano: lui era Scipione Salvagni.
Per sfuggire la calura asfissiante e afosa delle giornate estive, noi latinensi spesso ci dirigiamo verso i paesi dei monti Lepini, dove l’umidità è meno fastidiosa. Tra i luoghi più freschi e frequentati, spicca senza dubbio Bassiano. In soli venti minuti arrivi in paradiso. Il paese è immerso tra i monti, dove svetta la splendida montagna della Semprevisa. Gustare al fresco un panino con il celebre prosciutto di Bassiano accompagnato da una birretta, aiuta ad affrontare l’afa che caratterizza la nostra ex palude.
In passato andavo molto più spesso a Bassiano, ma un po’ per pigrizia e un po’ per i figli adolescenti da accompagnare di qua e di là, avevo perso questo piacere. Tuttavia, quest’anno ho ripreso a frequentarla grazie a dei cari amici bassianesi, e ho avuto l’occasione di cenare a “Le Grotta”, un ristorate che frequentavo anni fa. Osservando la brace ho ricordato il farmacista Scipione Salvagni, scomparso nel 2020, che d’estate era sempre impegnato a cucinare su quelle griglie. Parlando con sua moglie Maria, ho deciso di condividere la sua storia.
La storia di Scipione Salvagni, l’infaticabile e generoso farmacista bassianese
Scipione Salvagni nasce il 30 marzo del 1930 a Bassiano. Secondo di quattro figli. Il padre, Fernando, oltre a essere un piccolo proprietario terriero, è un ufficiale delle poste. La mamma, Eleonora Cassoni, è maestra nella scuola elementare del paese. Purtroppo Nora, così la chiamano in famiglia, nel 1936, partorisce una bambina, ma Il medico non si accorge che quel parto è gemellare. La donna morirà quindici giorni dopo, lasciando nello sconforto Fernando e i piccoli Paolo, Scipione e Carlo.
Scipione porterà quel dolore con sé tutta la vita. La bambina verrà battezzata con il nome Adriana, ma tutti la chiameranno Nora, come la mamma. Verrà allattata da tutte le neomamme bassianesi. Dopo cinque anni Fernando si risposerà con Paola Bernabei da cui avrà il quinto figlio, Pierluigi. Ma intanto Scipione è stato mandato in un collegio di Pesaro che accoglie gli orfani degli insegnanti. Lì frequenterà le scuole elementari. Per le scuole medie sarà mandato in altri collegi.
La nonna materna, che precedentemente possedeva un’osteria a Bassiano, si offre di ospitarlo a Roma, dove ormai vive e gestisce due negozi di generi alimentari da diverso tempo. Scipione avrà così modo di studiare, da esterno, al liceo classico nell’autorevole collegio Cristo Re. Proprio quando sta per iniziare l’università la nonna si ammala e lui sarà costretto a tornare a Bassiano.
Scipione si iscrive alla facoltà di Farmacia, anche se avrebbe preferito Storia e Filosofia, ma la zia Nina, non avendo figli e ormai anziana, ha deciso di lasciargli in eredità la sua farmacia: l’unica del paese. Durante gli studi universitari, nei periodi estivi, lavora allo zuccherificio di Latina Scalo, per non gravare sulla famiglia. Dopo la laurea inizierà a occuparsi della farmacia e ne prenderà le redini, quando la zia purtroppo si ammalerà.
Alla fine degli anni Cinquanta conosce la dottoressa, Anna Maria Rossi. Tra i due nasce una simpatia che sfocerà nel matrimonio: però durerà solo un paio di anni. Il suo grande amore arriverà più tardi e avrà il nome di Itala Fatigati. Nel frattempo ha iniziato a insegnare scienze al Vittorio Veneto e poi all’Istituto Tecnico industriale, perché la sua è considerata una farmacia rurale ed ha la possibilità di svolgere doppia attività.
Contestualmente partecipa a un concorso per aprire una farmacia a Latina. Nella metà degli anni Settanta lo vince e aprirà in via dell’Agora. Ma un altro evento tragico sta per segnare nuovamente la vita di Scipione. Il 17 novembre del 1977, mentre sta tornando a Bassiano con la sua amata Itala la sua macchina si scontra con un camion, all’altezza di Sermoneta Scalo. L’impatto è devastante e per Itala non ci sarà più nulla da fare.
Scipione verrà invece trasportato d’urgenza all’ospedale di Latina in gravi condizioni. Il medico Achille Bitelli, che lo accoglie al pronto soccorso, constatando la gravità, lo farà trasferire all’ospedale San Giovanni di Roma, dove gli salveranno la vita. Supportato dagli amici Matteo e Tina Pacilli ed altri ancora, a Itala dedicherà un centro di documentazione a Bassiano, nei locali che un tempo furono l’antica osteria della nonna.
Quel luogo ospiterà eventi con personaggi e artisti importanti, come il pittore Virgilio Guidi. Tutto ovviamente a spese di Scipione. Con quella iniziativa, comincia a pensare alla comunità bassianese a cui è profondamente legato. Ancora convalescente, da quel tragico incidente, incontra casualmente Maria Mundo, sua collega al Vittorio Veneto, anche lei insegnante di scienze giunta da Messina. Si sono conosciuti qualche anno prima in una riunione tra insegnanti. Lui le chiede un aiuto per le sue attività e lei non glielo nega.
Maria è molto più giovane di Scipione, ma quell’uomo l’affascina molto per i suoi modi garbati e la sua cultura. Tra i due, inevitabilmente, scoccherà la scintilla. Da quel momento saranno per sempre uniti. Dopo trentatré anni di convivenza si sposeranno nel 2011. Oltre a pensare fattivamente alla comunità bassianese, Scipione si dedica principalmente alla sua attività: insieme a Ettore e Luigi Parisella ed altri otto farmacisti, nel 1971, daranno vita alla cooperativa FARLA, un gruppo di acquisto per rendere più agevole la vita dei farmacisti.
Di quella cooperativa verrà eletto presidente in un momento di grande difficoltà gestionale. Scipione abilmente la porterà fuori dalla crisi. Aiuterà a fondare anche la FARLA di Viterbo, dove in quella zona ha amici farmacisti. Inoltre ricoprirà la presidenza della Pro Loco di Bassiano per oltre vent’anni organizzerà eventi nazionali e internazionali facendo arrivare tanti personaggi famosi.
Come socio del Touring Club caldeggia, per il comune di Bassiano, il riconoscimento turistico ambientale rappresentato dalla Bandiera arancione, che in seguito verrà conseguita. Anche la biblioteca del paese ideata dall’industriale Adriano Olivetti, con il Movimento di Comunità, avrà la firma della famiglia Salvagni, a iniziare da Carlo, aiutato dal fratello Scipione. Invece, per l’affascinante via Francigena che da Bassiano porta a Sermoneta, Scipione si farà promotore insieme ad altri volontari per riesumarla. Impiegheranno due anni per tracciare la via.
Negli anni Sessanta, acquista da un amico un terreno dove ci sono delle grotte. Ci andava da bambino con la famiglia a fare i picnic. Proprio in quel terreno a lui caro, perché gli ricorda tanto suo papà. Intanto ci apre una fraschetta e comincia a organizzare eventi. Nella metà degli anni Settanta parte la costruzione di una locanda e un ristorante. Ma ci vorrà qualche anno, sia per trovare i fondi necessari e sia per trovare le persone che sappiano lavorare la pietra.
Due muratori di Roccagorga, i fratelli Orsini, si riveleranno dei veri maestri in quella lavorazione e, negli anni Ottanta, finalmente coronerà il suo sogno aprendo la locanda “Bella Lisa” e l’hostaria “Le Grotta”. Lavoreranno solo nel periodo estivo e Scipione si diletterà, insieme al fratello Carlo, a cucinare grigliate di carne alla brace. All’ingresso c’è anche un piccolo teatro e gli spettacoli saranno tutti gratuiti, organizzati dal fratello Paolo, regista teatrale.
Nel 2013 Scipione riceverà il Premio Immagine Latina, ideato da Franco Borretti. La farmacia la lascerà al nipote, figlio della sorella Nora: lui si dividerà tra Bassiano e Latina. Ultimo atto di coraggio della sua intraprendente vita: l’azione legale, a sue spese, contro il Consiglio Comunale di Bassiano per l’ubicazione del traliccio dei gestori di telefonia, sul piazzale della Croce, Una battaglia per difendere un luogo di grande valore storico e paesaggistico. Purtroppo perderà la causa.
Il dottor Scipione Salvagni morirà il 17 novembre del 2020 a causa del covid. Il centro intitolato a Itala Fatigati Salvagni, lo lascerà in eredità al centro anziani di Bassiano, ma invece di utilizzarlo a tal fine, sarà venduto subito dopo.
L’incontro con Maria Mundo Salvagni
Incontro Maria a casa sua: una delle villette storiche di Latina sulla circonvallazione.
Maria, cosa ne pensi della storia del centro anziani?
“Vendere un lascito un attimo dopo averlo ricevuto non è stata eticamente una bella cosa. A Scipione non sarebbe andata giù, anche se era abituato alle scorrettezze. Mi dispiace solo che abbiano sottratto un luogo ideato da mio marito per promuovere attività culturali”
Siete stati tanti anni insieme?
“Sono stata sua compagna di vita per quarantadue anni e ringrazio il destino che mi ha fatto questo regalo”
Ora il ristorante e la locanda la mandi avanti tu?
“Sì, l’estate siamo sempre aperti, ma l’inverno apriamo solo la domenica a pranzo”
Scipione Salvagni era un uomo fortemente attaccato alle sue radici, grande animatore culturale. Una persona perbene e generosa che pensava alla sua comunità. Per me è stato un piacere raccontarlo. Se capitate a Bassiano vi consiglio di andare a visitare il suo luogo: affaccia su una suggestiva vallata. Maria sarà felice di accogliervi, anche solo per un saluto.