Latina scorre lenta, come una tipica città di provincia, con un centro storico dalle linee geometriche, unico nel suo genere in Italia. Eppure fatica a riempirsi, per svariati motivi. Ma al tramonto cambia volto. La sua nightlife si accende nei locali trendy nella via dei pub e in altri poco distanti dal centro, trasformandosi in punti d’incontro per chi cerca divertimento e socializzazione. Nelle serate estive, quando la brezza del litorale comincia a farsi sentire, nei chioschi affacciati sul mare si mescolano ritmi latini, DJ set e aperitivi che si protraggono fino a notte fonda. Dietro tutto ciò, ci sono le persone: alcune hanno creato locali che sono rimasti nella storia della città, conosciuti in tutto il territorio nazionale. Tra questi il 24 MILA BACI di Rino Polverino: il Re della nightlife di Latina.
Oltre alle bellezze del territorio, Latina si è fatta conoscere anche per alcuni locali diventati iconici e precursori di tendenze per la loro originalità. Dietro questi risultati, ovviamente, ci sono le persone. Persone visionarie, che hanno saputo valorizzare le proprie capacità e intuizioni. Una di queste persone visionarie è senza dubbio il mio amico Rino Polverino: fondatore della discoteca 24 MILA BACI, tra le più grandi e conosciute del Lazio.

Latina primi anni '90: il 24 MILA BACI in costruzione
Con Rino ci conosciamo da oltre cinquant’anni: siamo stati compagni di classe, al biennio, nell’Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei di Latina. Scrivere di un amico è sempre difficile perché, quando si è influenzati dall’affetto, c’è il rischio di lasciarsi trasportare dai ricordi e dall’ammirazione, perdendo di vista il giusto equilibrio nel racconto… Correrò volentieri questo rischio.
Rino Polverino: dai sogni in un garage ai riflettori del 24 Mila Baci

Rino (Gennaro) Polverino, nasce il 6 luglio 1959 a Casa Mare, frazione di Cellole, in provincia di Caserta. È il primo di due figli, la seconda è la sorella Amalia. Il padre, Mario, come i suoi avi, è un coltivatore di tabacco, . La mamma, Pasqualina Simeone, è originaria di Castelforte, uno dei comuni i più a sud della provincia di Latina. I suoi genitori sono proprietari di una grande fattoria nei pressi di Sessa Aurunca.

1957 Bietigheim (Germania): Mario Polverino e Pasqualina Simeone
Mario e Pasqualina, nel 1957, vanno a lavorare in Germania, ma nel 1959 Pasqualina tornerà al paese per partorire Rino, che lascerà poi con i nonni materni. Nel 1966, si riuniranno tutti in Germania, anche con la figlia Amalia, per poi tornare definitivamente nel 1967. Tornando da quell’esperienza tedesca, Mario torna al suo lavoro e spesso consegna il suo tabacco al tabacchificio di Latina. Frequentando la città, finisce per innamorarsene. Stanco del lavoro pesante nei campi e con poco guadagno, decide di vendere tutto e trasferirsi.

Rino Polverino con la sorella Amalia
Troverà impiego come operaio alla INCAR, un’azienda specializzata nella lavorazione delle carni, mentre Pasqualina lavorerà alla Rossi Sud, per poi spostarsi alla Ilio, dove si occupano della lavorazione del pesce, sulla strada Mediana (Oggi Pontina).

Rino Polverino appena arrivato a Latina
Rino è un bambino vivace, uno di quelli intelligenti, ma con poca voglia di studiare. Frequenta le scuole elementari al Villaggio Trieste, in una classe dove i compagni sono piuttosto irrequieti. Il maestro fatica a tenerli a bada, nonostante sia prodigo di schiaffi. A Rino, più che studiare, piace organizzare feste. A dieci anni si “appropria” del garage di casa e comincia a organizzare piccole festicciole con i suoi amichetti, cosa che non rende affatto felice suo padre.

Borgo Sabotino (Lt) anni '70: Rino Polverino al bar della sala da ballo del 'Canneto'
Ogni martedì, con la fantasia di un piccolo mercante e lo spirito intraprendente di chi sa inventarsi un mestiere, Rino allestisce un banchetto improvvisato. Espone i suoi giornaletti di Topolino, sperando di attirare l’attenzione dei passanti diretti al mercato settimanale, che si svolge tra le palazzine popolari delle case Gescal. Intanto ha iniziato le scuole medie a Campo Boario, dove l’ambiente è ancora più turbolento: i ragazzi sono tutti armati di fionde. La mamma preoccupata, lo fa trasferire in una nuova scuola, la “Giuseppe Giuliano”.

Formia (Lt) anni '70: Rino Polverino nella scuola alberghiera di Formia
Rino, oltre a frequentare le scuole superiori, comincia a lavorare di pomeriggio al bar Poeta per guadagnare qualche soldo. Il locale, in verità, non è tra i più raccomandabili, Il fine settimana, invece, lo trascorre lavorando al Canneto, un locale da ballo a Borgo Sabotino di Salvatore Marrocco; quel lavoro lo entusiasma davvero. La sua passione non passa inosservata: il comandante dei vigili urbani di Latina, cliente abituale del bar Poeta, nota il suo impegno e gli consiglia di cambiare scuola.

Rino Polverino con la mamma Pasqualina
Appoggiato anche dalla madre, a sedici anni lascia l’Istituto Tecnico Industriale per iscriversi all’Alberghiero di Formia, dove si diplomerà cinque anni dopo, in Tecnico delle Attività Alberghiere. In quegli anni farà molta esperienza. Durante l’estate, la scuola lo invia a Ponza, dove lavora presso l’albergo-ristorante Gennarino a Mare. Nei mesi invernali, invece, Lavora anche come dJ in alcune radio private di Formia, condividendo la consolle con un giovane Claudio Coccoluto, originario di Gaeta, destinato a diventare uno dei più grandi DJ italiani.

Latina 1981: Rino Polverino con il suo amico di sempre Claudio Loggia al Seven Sky
Ha diciassette anni e mezzo, quando un suo professore, Gianni Donati, gli affida la gestione di una discoteca a Gianola, frazione di Formia: il Carillon. Per un periodo tutto bene, poi lascerà quando aprirà la megadiscoteca Seven Up a Formia, dove lavorerà come aiuto DJ. Negli ultimi tre anni, durante le stagioni estive, andrà a lavorare a Riccione, al Grand Hotel. La sera, per volere del proprietario, sarà costretto a frequentare un locale gay, il Fragolaccia, dove si esibiscono i più famosi DJ italiani, come Claudio Cecchetto, Linus e Amadeus.

Rino Polverino il giorno delle nozze con Barbara Sambucci
Nel 1981, terminato il percorso scolastico, torna a Latina e, contro il volere del padre, apre una discoteca: il Seven Sky, ricavata nel sottoscala tra due palazzi. Per l’occasione chiama il miglior DJ di Latina, Daniele Foscaro Vellani. Il locale è bello, ma ben presto inizia un’infinita guerra con i coinquilini. Il più delle volte è costretto a chiudere. La sera Rino piange disperato, perché non sa come risolvere la situazione, né come pagare i debiti legati a quell’investimento.

Latina: Mietta è la prima ospite dell'Italian Graffiti
A salvarlo saranno alcuni anziani, desiderosi di ballare il liscio, una musica che non dà fastidio a nessuno e non si protrae fino a notte fonda. Appena rientrato dall’investimento, grazie anche al prezioso aiuto del padre, decide di chiudere. Di quell’esperienza l’unica nota positiva è l’incontro con l’amore della sua vita, Barbara Sambucci, conosciuta proprio nella sua discoteca. Rino e Barbara si sposeranno e nasceranno due figli: Ramona e Mattia.

Latina: Alberto Castagna con il suo 'Stranamore' all'Italian Graffiti
Apre un nuovo locale, frequentato soprattutto da un pubblico adulto: l’Italian Graffiti, in via Don Torello. Da lì passeranno Fausto Leali, Michele Zarrillo, Alberto Castagna con la trasmissione Stranamore, e molti altri personaggi del mondo dello spettacolo. Per lui sarà una vera e propria palestra, che lo preparerà a organizzare grandi eventi. Durante l’estate prende in gestione diversi locali, tra cui i Prati di Coppola, lo Scivosplash e il Miami Beach: in quest’ultimo organizzerà il concerto di Irene Grandi e il DJ set di Claudio Coccoluto.

Latina:
Rino Polverino con il mitico Fred Bongusto al 24 MILA BACI
Saranno sei anni fantastici. Ma il locale che ha sempre sognato sin da ragazzo sta per diventare realtà: è il 24 MILA BACI. Un’unica, grande discoteca che oggi si estende su 2.400 mq, suddivisa in diverse sale da ballo: discomusic, liscio, latino-americano, piano bar, una sala ristorante e un grande spazio all’aperto. Nel 1994, per un breve periodo, farà anche il professore all’Alberghiero di Formia, ma sarà solo per un breve periodo perché la sua nuova discoteca è quasi pronta. E nel 1996 la inaugura.

Latina: Rino Polverino con Franco Califano, habitué del 24 MILA BACI
Al 24 MILA BACI, Rino organizzerà un’infinità di grandi eventi: il locale ospiterà i concerti di Fred Bongusto, Peppino di Capri, Alex Britti, Franco Califano, Articolo 31, Lùnapop, Umberto Tozzi, Tiziano Ferro, Bob Sinclar… e accoglierà anche ospiti d’eccezione come Raoul Bova, Alba Parietti e molti altri. Nel frattempo, l’Italian Graffiti diventa Club 42.

Latina: Rino Polverino con un giovanissimo Tiziano Ferro al 24 MILA BACI
L’ultima delle sue creature è il Kaos, sempre in via Don Torello, oggi gestito dal figlio Mattia: un locale dove si mangia, si canta e si balla. Nel corso della sua avventura commerciale, Rino apre anche un grande bar, il Johann Sebastian Back, ma dopo quattro anni, stanco per i troppi impegni lo cederà. Nonostante questi numerosi impegni, Rino non dimentica gli ultimi: aiuterà personalmente molte persone disagiate e senzatetto, portando sotto i ponti un pasto caldo dopo il lavoro o le feste comandate.
L’incontro con il mio amico Rino Polverino

Ho deciso di incontrare Rino per raccontare un pezzo importante della storia di Latina, fatta di musica, luci, sudore, sogni e umanità. Perché Rino non è solo un imprenditore della notte: è un uomo che ha vissuto e plasmato i cambiamenti della città, attraversando generazioni, mode, rivoluzioni musicali e culturali.
Rino il tuo locale ha quasi trent’anni e va sempre alla grande, qual è il segreto di questo successo?
“Ho sempre applicato prezzi giusti e popolari. Inoltre, credo siano fondamentali il divertimento e la tranquillità delle persone. Nel mio locale mantengo un controllo quasi maniacale su tutto: dai parcheggi ai bagni, dove ho due persone fisse. Inoltre il personale della sicurezza è sparso nelle varie sale”
Perché il nome 24 MILA BACI?
“Perché volevo un pubblico adulto, anche se oggi, al 24, vengono persone di tutte le età”
Ho visto che hai ancora una sala per il ballo liscio, come mai?
“Perché agli anziani devo molto, mi salvarono quando avevo il Seven Sky. Senza di loro sarei fallito”
Con tuo papà e tua mamma?
“Con papà è stata sempre una lotta. Non voleva assolutamente che facessi questo mestiere, anzi, non lo considerava proprio un mestiere. Purtroppo non gliel’ho potuto dimostrare perché è venuto a mancare troppo presto, questo è il mio più grande rammarico. Da mia mamma, invece, ho sempre avuto sostegno”
E di Latina cosa dici?
“Latina è una bellissima città, ma non siamo capaci di farla fiorire, mancano le idee, e chi ce l’ha non viene ascoltato”
Un sogno ancora nel cassetto?
“Un 24 mila baci sul mare. Ero quasi riuscito, ma poi hanno fermato tutto… Una città complicata la nostra”

Rino Polverino con la moglie Barbara e i figli Ramona e Mattia
Come sono lontani i tempi della scuola, quando Rino si addormentava sul banco perché la sera prima aveva lavorato fino a tardi. Il professore lo chiamava, ma lui dormiva… e a me toccava svegliarlo, sempre con un po’ di dispiacere. Chi l’avrebbe mai detto che, un giorno, quel mio compagno di classe sarebbe diventato il Re della nightlife di Latina!?
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