Prima e durante la bonifica dell’Agro Pontino, i cibi per sfamare gli abitanti delle paludi pontine erano soprattutto ortaggi. Venivano coltivati nelle poche terre disponibili, come il mais che consentiva di ricavare la farina per fare la polenta, pietanza utilissima per smorzare i morsi della fame. Per chi possedeva qualche capo di bestiame aveva la possibilità di bere anche qualche bicchiere di latte. Nei paesi dei monti Lepini la varietà dei cibi era più ampia. Oltre agli ortaggi, si mangiava carne. Con la fondazione di Littoria e l’arrivo dei migranti del nord e da tutta Italia, le tradizioni culinarie nel tempo si sono mescolate, producendo una cucina di ottima qualità. Oggi, la gastronomia pontina rappresenta una vera eccellenza del territorio. E proprio la gastronomia è legata la storia che vi sto per raccontare: quella dell’emiliano Astro Muratori, il fondatore del prosciuttificio di Bassiano.
Attenzione, questo racconta porta appetito. Mi dispiace per quelli che sono a dieta e soffriranno un po’, anche se qualche trasgressione ogni tanto ci vuole. Nei paesi dei monti Lepini, oltre al buon vino, è ancora possibile degustare le pietanze tradizionali, tranne alcune che sono andate scomparendo, come le rane fritte e le lumache. Le principali specialità dei paesi sono: zuppa di carciofi, zuppa di fagioli, cacciagione e carne alla brace, bazzoffia, falia, broccoletti, abbacchio alla scottadito, maiale al forno, coniglio alla cacciatora, polenta con salsicce… per dessert le crostatine di visciole.
Se invece si scende in pianura il menù cambia decisamente. E allora trovi lo spaghetto alle vongole o alle telline, il pesce fresco cucinato in vari modi, insalata di mare… In contrapposizione ai piatti di mare, i rigatoni con la pajata, piatto tipico romano, il pollo alla diavola etc etc. Ovviamente si possono trovare, nelle varie trattorie, anche i piatti tipici dei nostri monti. Devo dire che a Latina e dintorni si mangia bene un po’ ovunque.
Le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio sono diverse, dai vini di Cori a quelli di Terracina fino ad arrivare alle Ferriere. Poi l’olio di Sonnino, le olive di Itri e Gaeta, i Kiwi, la mozzarella di bufala pontina, i carciofi di Sezze e poi il prosciutto di Bassiano. E proprio del fondatore del prosciuttificio di Bassiano che vi voglio raccontare. Nacque tutto da una gita fuori porta di un quarantenne di origine emiliane, Astro Muratori.
Astro Muratori, la sua bella storia, ma con un tragico finale
Astro Muratori nasce il 3 febbraio del 1923 a Formigine, in provincia di Modena. È terzo di sette figli. Il padre Odoardo ha una macelleria di carni suine. La mamma, Teresa, non può aiutarlo per badare alla famiglia. Astro già dalla terza elementare è costretto ad abbandonare la scuola, per aiutare il padre nella macelleria. Odoardo è un brav’uomo, ma i conti non li sa proprio fare e così fallisce. Per evitare i creditori che gli stanno con il fiato sul collo è costretto a fuggire via dal suo paese.
Nella metà degli anni trenta, con tutta la famiglia al seguito, si trasferisce nella nuova città di Littoria. La dritta l’ha avuta da altri emiliani che vivono già da quelle parti. La città gli piace e le prospettive di lavoro sono buone. Decide di aprire una trattoria a Borgo Isonzo. La sua specialità sono i tortellini, che prepara personalmente. Sono talmente buoni che attirano pure i militari tedeschi che gravitano, per ovvie ragioni, nella zona. Astro gli da una mano, ma viene chiamato alle armi ed è costretto a partire per l’Africa. Appena sbarca a Casablanca viene fatto prigioniero dagli inglesi e sarà la sua fortuna, perché non sparerà neanche un colpo.
Invece di combattere lo lasciano libero di girare, ma non può lasciare l’Africa e la sera deve tornare in caserma. Non gli sembra vero, si trova pure una fidanzata del posto e quando viene liberato a fine conflitto, quasi gli dispiace andare via dal Marocco e tornare in Italia. Una volta a casa, per fare esperienza e imparare bene il mestiere di macellaio, decide di andare a lavorare nella sede romana della Fiorucci, grande ditta di carni suine. Intanto conosce Elide Vanzari, una ragazza padovana che fa la sartina a Borgo Podgora. Si sposeranno e avranno tre figlie: Luisa, Vanda e Paola.
Il padre nel frattempo ha comprato casa con dei magazzini sottostanti, in via Sisto V, nei pressi della chiesa San Marco, dove Astro, finita l’esperienza nella ditta romana, apre una rivendita all’ingrosso di prosciutti e salumi. La domenica è il suo unico giorno libero. Solitamente porta la famiglia a fare un giro nei vari paesi intorno a Latina, da San Felice Circeo ai monti Lepini. In una di quelle gite capita a Bassiano. Quell’aria frizzantina gli piace molto, e pensa sia ideale per far stagionare i prosciutti. Così decide di fare una prova. Chiede alle monache del convento una piccola stanza e loro gliela concedono. Vista la buona riuscita ottiene dal comune un locale più grande.
Ogni volta che arriva con il camioncino è attorniato da tanti ragazzini che fanno a spinte per guadagnare cento lire per il trasporto dei suoi prosciutti. Ormai ha deciso: si guarda intorno, alla ricerca di un terreno per poter costruire una struttura e iniziare la nuova attività. Alla fine trova il luogo ideale, è sopra un piccolo cocuzzolo di rocce. Lì arriva l’aria salmastra del mare che si incontra con quella più secca della montagna, la Semprevisa. È il 5 maggio 1964, quando realizza il sogno e inaugura il suo prosciuttificio. Le finestre sono rigorosamente sempre aperte, per favorire l’incontro tra le due arie che consentiranno la stagionatura perfetta dei suoi prosciutti.
Certo non ha ancora tutta l’esperienza necessaria, e qualche prosciutto lo dovrà buttare. Per perfezionare il suo lavoro va a Parma, dove apprende e perfeziona la procedura di essiccamento e salatura dei prosciutti. Sfruttando la Cassa del Mezzogiorno ottiene i finanziamenti necessari per l’acquisto dei macchinari adatti per la lavorazione. I suoi prosciutti iniziano a essere richiesti nella zona di Latina. Poi a un suo amico di Castel Gandolfo, Rocco Lutrario che è in cerca di lavoro, affida cinque prosciutti da vendere nella sua zona. Dopo pochi mesi diverrà il suo miglior venditore.
Gli affari volano, e alla fine degli anni settanta entrano a lavorare in azienda la primogenita Luisa e la seconda figlia Vanda con suo marito Ruggero Reggiani. In quel periodo d’oro decide di costruire un secondo prosciuttificio di fronte all’esistente, ma Vanda e Ruggero preferiranno continuare l’attività in quello storico, e il nuovo sarà ceduto.
Nel 1977 la moglie Elide, dopo una breve malattia, viene a mancare. Astro si consola presto con una nuova compagna, ma dopo qualche anno, quando decidono di andare a vivere insieme, lei ci ripensa e lo lascia. Per Astro inizia un periodo difficile, culminato con un affare non andato a buon fine con una delle sue sorelle. Queste due delusioni lo spingono verso la depressione, da cui non riuscirà più a uscirne. L’8 marzo del 1984 decide di farla finita, nella sua casa di via Sisto V.
L’incontro con Vanda Muratori
Conoscevo già Vanda Muratori, mi aveva fatto da gancio quando scrissi la storia della gelateria Polo Nord di Luigi Ciccone. Appena l’ho chiamata si è resa subito disponibile e, senza remore, mi ha raccontato la storia di suo papà.
Vanda, raccontami la personalità di tuo papà
“Mio padre era una persona capace e aperta al mondo. Amava l’ironia e divertirsi, ma soprattutto era socievole, si faceva voler bene da tutti a cominciare dai bassianesi che inizialmente dicevano: <<Guarda questo che si è venuto a rubare la nostra aria>>. Ma poi, per il suo modo di essere, lo accolsero come un compaesano. Ancora oggi lo ricordano con affetto”
Come ti spieghi il suo tragico gesto? Da quello che dici amava la vita
“Sì, fino a un certo punto è stato felice della sua vita. Le sue aspettative e i suoi obiettivi li aveva sempre raggiunti. Però la fine della storia con la sua compagna e l’affare sbagliato, lo avevano fatto sentire improvvisamente invecchiato e inutile, nonostante avesse solo sessantuno anni. Purtroppo la depressione è una malattia che difficilmente riesci a controllare. Sapevamo del suo malessere, ma mai avremmo immaginato quella tragica decisione”
Giustificò il gesto?
“Lasciò un biglietto che non ho mai avuto il coraggio di leggere. Il contenuto me lo riferì mia zia. Per quello che ricordo, mio padre chiedeva scusa per il gesto, e alla fine terminava con un sorta di auto assoluzione <<lascio le mie figlie in una situazione economica buona>>. È vero, ma ci ha lasciato anche e soprattutto l’esempio del suo lato umano”
Lasciamo la tristezza e parliamo dell’azienda che tu e tuo marito avete portato avanti. I prodotti che voi lavorate da dove arrivano?
“Esclusivamente dalla nostra regione. È sempre stata la nostra politica, quella di lavorare solo sul nostro territorio. Quindi, prosciutti, lonze, coppiette e quant’altro, provengono tutti dal Lazio”
Oggi il prosciuttificio Reggiani, conosciuto ormai a livello nazionale, è seguito dai figli di Vanda e Ruggero. Sono Massimiliano e Riccardo, due infaticabili ragazzi. Ultimamente hanno aperto un locale a Latina, in via Cialdini, dove una volta c’era una famosa birreria, il Cotton Club. Si chiama Panisperna. Lì si possono degustare tutti i loro prodotti, accompagnati da un buon calice di vino.
Che storia ragazzi. Chi l’avrebbe detto che il prosciutto di Bassiano è nato a Latina in via Sisto V ?!