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Roberto Benedetti e quell’odore di rosticceria che ancora ricordo

“C’era una volta” è l’inizio di tutte le storie. Passeggiando per Latina, di “c’era una volta” ce ne sono tante nel centro della città. Storie iniziate quando fu fondata Littoria, poi divenuta Latina e proseguite dopo la guerra. In questi anni di ricerche sono riuscito a scoprire le prime attività: dal primo barbiere al primo bar, dalla prima pasticceria al primo ristorante, dal primo cappellaio alla prima ferramenta… ma mancava un tassello: la prima licenza, la licenza numero 1. Non mi sono mai arreso e alla fine l’ho trovata, ed è quella di Roberto Benedetti. La licenza numero 1 appartiene a un odore indimenticabile, quello della rosticceria in Piazza del Popolo, avviata poco prima della fondazione della nostra città, nel lontano dicembre del 1932.

Gli odori sono come le canzoni, hanno il potere di portarti indietro nel tempo in un attimo, ma alcuni non li avverto più, perché le attività che li emanavano sono scomparse, A volte quando faccio il vecchio giro di Peppe, lo struscio antico di Latina, pare di avvertirli ancora: quelli della pasticceria Figini e quelli della rosticceria Benedetti. Erano odori inconfondibili, come potrei dimenticarli?! Negli anni settanta, io e il mio amico Gianni giravamo in moto e da quelle parti il richiamo di quegli odori era forte. Ti facevano sentire un certo languorino allo stomaco. Dovevamo solo decidere se addentare una pastarella o un supplì.

Latina anni ’50, la rosticceria Benedetti in Piazza del Popolo

Della pasticceria Figini vi ho già raccontato, mancava solo la storia di Benedetti. C’ho messo qualche anno a concretizzare, avevo chiesto a più di qualcuno, ma non riuscivo a trovare il contatto giusto. Poi ho domandato alla mia amica Vanda Muratori una settimana fa e in pochi minuti sono arrivato ad Antonella Benedetti, figlia di Federico e nipote di Roberto. Per chi ama le storie di Latina, questo è il mio regalo di natale da mettere sotto l’albero. In molti mi avevano chiesto di raccontare questa storia, perché appartiene a tante generazioni. Poi ho scoperto che la licenza numero 1 apparteneva proprio a Benedetti e per me è stato come trovare il Santo Graal.

La licenza numero 1

La storia di Roberto e Federico Benedetti

Roberto Benedetti, classe 1880, nasce a Piedivalle, frazione di Norcia, in provincia di Perugia. È figlio di contadini benestanti che posseggono diversi terreni e allevamenti di suini. Nei primi del Novecento si trasferisce a Roma, con il fratello Agostino. I due hanno fiuto per gli affari. Aprono diversi negozi di norcineria. Alla fine degli anni venti, si parla molto della bonifica dell’Agro Pontino e della probabile fondazione di una città. Quando il 30 giugno del 1932 viene posata la prima pietra di Littoria, iniziano a riflettere seriamente su quella nuova opportunità.

Cominciate le prime costruzioni, prendono la decisione di investire nella nascente città e acquistano sulla carta alcuni negozi. La loro realizzazione e consegna avverrà in pochi mesi, poco prima dell’inaugurazione prevista per il 18 dicembre 1932. I fratelli Benedetti sono tra i primi a chiedere la licenza per la vendita di prodotti alimentari e toccherà a loro il primato: la licenza numero 1 di Littoria. Ancora non si è svolta la cerimonia ufficiale e Roberto è già dietro il bancone del suo alimentari, mentre il fratello Agostino è rimasto a Roma per seguire gli altri negozi romani.

Roberto Benedetti è sposato con Luigia Zanchi, dama di compagnia della marchesa Maria Giovanna Balbi, moglie del Generale Luigi Cadorna. Roberto e Luigia hanno tre figli, Fernando Federico e Franco. Roberto è costretto a fare il pendolare, perché la moglie non vuole sentir parlare di trasferimento in una piccola cittadina sbucata dalle paludi. Ma un evento tragico le farà cambiare idea. Nel 1935, una terribile epidemia di Febbre Tifoide colpisce Roma e il primo dei suoi tre figli, Fernando, muore. Sarà proprio Luigia, sconvolta dal dolore, a chiedere al marito di andare a vivere a Littoria.

Roberto e Federico Benedetti

L’alimentari è all’angolo tra Piazza del Littorio (Piazza del Popolo) e Corso Vittorio Emanuele III (Corso della Repubblica). Accanto alla sua attività ha anche una rivendita di vino alla mescita. Quest’ultimo negozio lo terrà poco tempo, poi lo darà in affitto a Mario D’Ercole per la vendita di tessuti. Arrivata la guerra anche a Littoria, la famiglia Benedetti sarà costretta a sfollare. Roberto, la moglie e i suoi due figli troveranno rifugio da una famiglia di contadini a Borgo Isonzo. Finita la guerra Federico, dopo una lunga malattia, che lo costringe ad usare le stampelle per camminare, torna a lavorare con il padre, mentre il fratello Franco continuerà gli studi e seguirà altri percorsi lavorativi.

Federico Benedetti l’innovatore

Federico Benedetti classe 1921 nasce a Roma, studia fino alla scuola d’avviamento, poi il padre lo porta a lavorare con se, nei negozi romani prima e poi a Latina, dove conosce una ragazza, Liliana Papetti che sposerà nel 1950. Avranno due figli, Roberto e Antonella. Nel 1960 l’anziano Roberto muore e le redini dell’attività passano a Federico. I tempi stanno cambiando e Federico prende la decisione di trasformare lo storico alimentari in rosticceria, salsamenteria e gastronomia. L’intuizione è giusta: il suo negozio sarà ancor di più un punto di riferimento imprescindibile della città.

Federico ha la mentalità dell’imprenditore moderno gli piace diversificare, però rimanendo sempre nel suo settore. Nel 1968 apre un ristorante sul lungomare di Latina, con la stessa insegna: Benedetti. L’idea è buona perché sul lungomare ci sono pochi ristoranti, ma la crisi dei primi anni settanta che porterà l’austerity, con il conseguente blocco delle auto la domenica, quelle attività lungo la costa saranno i più penalizzati. Nel 1975 lo affitta a due suoi dipendenti: la signora Inge e suo marito Gianni. Verrà ceduto definitivamente nel 1994 dopo la morte di Federico.

Federico Benedetti con la moglie Liliana Papetti

Ma Federico non si occupa solo della sua attività, partecipa anche alla vita cittadina. Sarà uno dei primi dirigenti del Latina calcio e in seguito entrerà pure in politica. Con l’amministrazione del sindaco Nino Corona sarà nominato assessore ai vigili urbani con delega ai trasporti. E proprio a Federico Benedetti si deve l’inizio del trasporto urbano. I due figli, Antonella e Roberto palesano l’idea di continuare gli studi e lui, ormai stanco e in età di pensione, nel 1979 chiude la storica attività con la licenza numero 1. Sarà un grande dispiacere per tutti i cittadini di Latina, che rimarranno orfani di quel luogo e di quegli odori che ancora oggi qualcuno ricorda.

L’incontro con Antonella Benedetti

Antonella la incontro al bar Mimì, siamo quasi coetanei e quindi di vista già ci conoscevamo. La vedo emozionata, ma accade a tutti quelli che devono raccontare la storia della propria famiglia. Intanto con orgoglio mi mostra la fotocopia della licenza, la prima licenza della città e io resto incantato. Poi le racconto dei giri in moto con il mio amico Gianni Pugno e le accendo un ricordo. Gianni lo conosceva bene perché abitavano vicini e perché la sorella era una sua compagna di classe. Come era piccola Latina…

Anni ’60 inaugurazione rinnovo rosticceria Benedetti

Antonella, lo sai che la chiusura della vostra attività ha provocato un dolore a tutti quelli della mia età e anche a quelli più grandi?! Tu hai lavorato nella rosticceria?

“Tutti in famiglia abbiamo lavorato nella rosticceria. <<Prima il lavoro e poi tutto il resto>> era il motto di mio padre. Mio fratello Roberto e mia mamma, che ha sempre svolto un ruolo importante nell’attività, si alternavano alla cassa. Io provai qualche volta, ma ero talmente timida che mio padre mi sollevò da quell’incarico. Mi disse che non ero adatta per stare a contatto con il pubblico e quindi mi dedicai alla parte amministrativa”

Ti ricordi qualche dipendente storico?

“Ne abbiamo avuti diversi. Ricordo Nicola Sodano, Evaristo, Giorgio Roccato, Toson e altri. Comunque quasi tutti aprirono delle attività in proprio. Quella  di mio padre era una buona scuola. Anche Ciro, la moglie Pina, Inge e Gianni, che lavoravano nel ristorante al mare, uscirono dalla sua scuola”

Quali erano le vostre specialità?

“C’è da specificare che il negozio era diviso in tre settori: gastronomia, rosticceria e salsamenteria. Nella pausa pranzo le persone si fermavano a mangiare qualcosa di cucinato, mentre nel settore rosticceria c’era la pizza a taglio, i calzoni, i supplì e le crocchette. Mio padre fu uno dei primi a mettere la gastronomia, ma anche quello che oggi chiamano catering. Uno dei primi fruitori di quel servizio fu Gaetano Loffredo. Per le sue riunioni di lavoro mio papà gli preparava delle cene fredde. Lo ricordo bene perché dovevo guardare come si cucinava per imparare il mestiere”

Qualche altro bel ricordo?

“Più che altro ricordi dei miei genitori. Mi raccontavano che alla fine degli anni cinquanta passavano per Latina molti personaggi dello spettacolo, perché non c’era ancora la Pontina. Anna Magnani, Anthony Quinn, Alberto Lupo e tanti altri, erano nostri clienti. Si fermavano a fare la spesa per le loro case al Circeo. Poi non so se è una leggenda metropolitana della mia famiglia: pare che la Magnani, quando seppe che mio padre preparava le cene fredde, ne commissionò una. Altri tempi”

Anni ’50 il calcio si riorganizza. Federico Benedetti (in piedi quarto da dx) farà parte di quella riorganizzazione

E già, altri tempi quelli della rosticceria Benedetti, che ricordiamo tutti con tanta nostalgia. Ringrazio Antonella per la disponibilità nel raccontare la storia della sua famiglia, anche se in alcuni momenti ho notato nei suoi occhi un velo di tristezza, quando abbiamo parlato del suo amato fratello Roberto, scomparso nel 2015.

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