Adriano Toson pioniere dei supermercati a Latina

Adriano Toson pioniere dei supermercati a Latina

Nell’Agro Pontino, tra il 1932 e il 1943, arrivarono circa millecinquecento famiglie di coloni, a cui vennero assegnate, dall’Opera Nazionali Combattenti, le case poderali. In quei poderi erano annessi degli ettari di terra, che aumentavano a seconda del numero di uomini che componevano la famiglia. Quasi la metà giunsero dal Veneto. Poi, decrescendo: dall’Emilia Romagna, dal Lazio, dal Friuli, addirittura dall’estero e da tutte le altre regioni d’Italia. Molte famiglie, per cercare fortuna nella nuova città, arrivarono anche per conto proprio. Giungevano prima i capofamiglia e, una volta trovato il lavoro, si facevano poi raggiungere dai propri famigliari. Così accadde per la famiglia friulana di Adriano Toson, il padre arrivò a Littoria nel 1936, trovò lavoro come operaio e poi fece arrivare i suoi famigliari. Ma è di Adriano che voglio raccontarvi, uno dei pionieri dei supermercati a Latina.

Francesco Scaglione, il primo commesso viaggiatore di Littoria

Francesco Scaglione, il primo commesso viaggiatore di Littoria

Negli anni Trenta, le terre dell’Agro Pontino bonificato vennero utilizzate per le piantagioni di grano: elemento essenziale per la produzione del pane. In atto c’era la Battaglia del Grano, una campagna voluta da Benito Mussolini, che aveva lo scopo di far raggiungere la completa autosufficienza dall’estero nella produzione di grano. Intanto i primi forni aprirono a Littoria già dalla sua fondazione, ma il pane veniva prodotto anche in casa dalle massaie. Uno dei primi fornitori di lievito fu il commesso viaggiatore Francesco Scaglione, il quale si innamorò della nuova città e si trasferì definitivamente, con la sua famiglia, nel 1936.

Italo Tempera da Latina a Filadelfia, il ricercatore che lotta contro le leucemie

Italo Tempera da Latina a Filadelfia, il ricercatore che lotta contro le leucemie

Littoria poi divenuta Latina ha avuto la fortuna di avere menti eccelse nel campo medico, unite a una grande dose di umanità. La nuova città, dopo la bonifica, stava uscendo dal flagello della malaria, ma non era ancora del tutto sconfitta. Considerando poi l’arrivo in massa dei migranti dal nordest e dal resto d’Italia, i medici furono costretti a lavorare notte e giorno. Necessariamente si occuparono di tutte le problematiche dei pazienti, acquisendo molta esperienza in ogni campo medico. La nostra città, credo che la medicina l’abbia nel Dna, ereditata proprio da quei grandi medici. Oggi, nonostante i vari problemi di sanità, abbiamo il reparto cardiologico dell’ospedale Santa Maria Goretti tra i migliori d’Italia, ed è annoverato dalla prestigiosa rivista statunitense Newsweek. Quell’eredità l’ha ricevuta in dono anche Italo Tempera, il ricercatore di Latina di fama internazionale che da oltre vent’anni vive e lavora a Philadelphia.

“Biscotto” tra mito e leggenda cinquantaquattro anni dopo

“Biscotto” tra mito e leggenda cinquantaquattro anni dopo

Cinquantaquattro anni fa moriva il ragazzo più bello di Latina, Francesco Porzi, ma che tutti chiamavano Biscotto. Era l’alba del 31 agosto 1970, quando con la sua potente Alfa Romeo rossa amaranto, uscì fuori strada nella curva più insidiosa della Litoranea, all’altezza del bosco di Sabaudia. Il destino gli aveva negato l’esistenza, infrangendo tutti i suoi sogni. Un cippo, posto nel luogo in cui avvenne il terribile incidente, ancora lo ricorda. Da quel giorno Biscotto, il nostro James Dean, divenne leggenda. Leggendaria la sua vita, leggendarie le sue conquiste. Morì a soli ventitré anni: tutta Latina, e non solo, lo pianse. Il giro di Peppe, l’unico struscio della città, senza le sue mitiche passeggiate, non sarebbe stato più lo stesso. Dopo oltre mezzo secolo, il mito di Biscotto resta immutato, non curandosi del tempo che passa…