Giuliana Cerioni: la prima lavanderina di Latina

Giuliana Cerioni: la prima lavanderina di Latina

I negozi di una volta avevano un ruolo sociale ben definito. Poi sono arrivati i supermercati, i centri commerciali, le catene nazionali e quel ruolo si è via via perduto. I negozi dove è ancora possibile avere rapporti confidenziali sono una rarità. Anche le lavanderie, dove un tempo le signore si incontravano e chiacchieravano, sono diminuite a vantaggio di quelle a gettoni senza lavanderine… Erano i primi anni Cinquanta, quando nella prima tintoria di Latina venne a fare scuola, alle apprendiste, una bella ragazza romana, Giuliana Cerioni.

Primo Marzolla, tra i primi calzolai di Littoria

Primo Marzolla, tra i primi calzolai di Littoria

Nell’Agro Pontino le calzature più usate erano gli stivali di gomma, non a caso c’era una zona chiamata Gnif e Gnaf (Borgo Santa Maria) per il rumore degli stivali negli acquitrini della palude. Dopo la fondazione di Littoria, finalmente le persone iniziarono a camminare con normali scarpe di cuoio. Alcuni calzolai le realizzavano pure su misura. Tra questi, Primo Marzolla.

Italo Tempera da Latina a Filadelfia, il ricercatore che lotta contro le leucemie

Italo Tempera da Latina a Filadelfia, il ricercatore che lotta contro le leucemie

Littoria poi divenuta Latina ha avuto la fortuna di avere menti eccelse nel campo medico, unite a una grande dose di umanità. La nuova città, dopo la bonifica, stava uscendo dal flagello della malaria, ma non era ancora del tutto sconfitta. Considerando poi l’arrivo in massa dei migranti dal nordest e dal resto d’Italia, i medici furono costretti a lavorare notte e giorno. Necessariamente si occuparono di tutte le problematiche dei pazienti, acquisendo molta esperienza in ogni campo medico. La nostra città, credo che la medicina l’abbia nel Dna, ereditata proprio da quei grandi medici. Oggi, nonostante i vari problemi di sanità, abbiamo il reparto cardiologico dell’ospedale Santa Maria Goretti tra i migliori d’Italia, ed è annoverato dalla prestigiosa rivista statunitense Newsweek. Quell’eredità l’ha ricevuta in dono anche Italo Tempera, il ricercatore di Latina di fama internazionale che da oltre vent’anni vive e lavora a Philadelphia.

“Biscotto” tra mito e leggenda cinquantaquattro anni dopo

“Biscotto” tra mito e leggenda cinquantaquattro anni dopo

Cinquantaquattro anni fa moriva il ragazzo più bello di Latina, Francesco Porzi, ma che tutti chiamavano Biscotto. Era l’alba del 31 agosto 1970, quando con la sua potente Alfa Romeo rossa amaranto, uscì fuori strada nella curva più insidiosa della Litoranea, all’altezza del bosco di Sabaudia. Il destino gli aveva negato l’esistenza, infrangendo tutti i suoi sogni. Un cippo, posto nel luogo in cui avvenne il terribile incidente, ancora lo ricorda. Da quel giorno Biscotto, il nostro James Dean, divenne leggenda. Leggendaria la sua vita, leggendarie le sue conquiste. Morì a soli ventitré anni: tutta Latina, e non solo, lo pianse. Il giro di Peppe, l’unico struscio della città, senza le sue mitiche passeggiate, non sarebbe stato più lo stesso. Dopo oltre mezzo secolo, il mito di Biscotto resta immutato, non curandosi del tempo che passa…